Mirafiori, l’agonia della grande fabbrica

il manifesto ECONOMIA

Per comprendere la crisi strutturale, ogni giorno più grave, che affronta Mirafiori iniziamo dai numeri. I volumi produttivi misurati nel primo trimestre del 2024 sono pari a 12.680 unità rispetto alle 25.900 del 2023: un calo del 51 per cento. La parte del leone l’ha fatta ancora la Fiat 500 elettrica, che con 11.360 auto prodotte ha coperto il 90 per cento dei volumi dello stabilimento, il resto è rappresentato dalle produzioni Maserati con 1.320 unità. (il manifesto)

La notizia riportata su altri media

TORINO – Una delegazione della Fiom Cgil di Lecco ha partecipato alla manifestazione indetta a Torino da FIOM CGIL, FIM CISL, UILM UIL, UGLM, FISMIC e AQCF per chiedere il rilancio del settore automotive, sempre più ai margini dall’agenda politica, mortificato da decenni di cassa integrazione, mancati investimenti e progressivo disimpegno del gruppo Stellantis. (Lecconotizie)

Stellantis ha annunciato nuova cassa integrazione per tutti gli oltre 2.000 lavoratori della 500 elettrica e della Maserati da lunedì 22 aprile fino a lunedì 6 maggio compreso. Si ferma ancora la carrozzeria di Mirafiori (Tiscali Notizie)

«L’Italia tornerà ad essere uno dei principali produttori di automobili in Europa perché noi abbiamo un sistema gli altri Paesi ci invidiano: centri di ricerca, di design ed una tradizione come grandi produttori di auto e abbiamo nel contempo il più importante e significativo indotto per quanto riguarda la componentistica che non solo rifornisce Stellantis e i suoi stabilimenti, ma produce spesso per le altre case automobilistiche che realizzano i loro prodotti in altri Paesi europei o altre parti del mondo. (Nordest Economia)

Il messaggio è indirizzato soprattutto al governo e ai sindacati italiani. (Avanti Online)

Lo stabilimento ha segnato per anni la città piemontese, dando lavoro a migliaia di persone tra dipendenti e indotto. Negli ultimi anni però Stellantis ha progressivamente ridotto il suo impegno in Italia. (QuiFinanza)

Dalla marcia dei 40.000 (quadri) del 1980 alla marcia del 10-12.000 (operai, ma anche quadri e altri) del 2024. Al centro ci sono sempre Torino e le storiche attività industriali legate all'auto. (ilGiornale.it)