Tra successi e scandali le mille vite di “re” Bibi Netanyhau

la Repubblica ESTERI

I suoi seguaci lo chiamano "Bibi, re di Israele". I suoi critici lo accusano di volere diventare proprio questo: un monarca di fatto, grazie alla controversa riforma della giustizia che renderebbe impossibile ai giudici detronizzarlo. Di certo c'è che Benjamin Netanyahu, il leader più longevo nella storia israeliana, cinque volte primo ministro, capo del governo per quindici anni, affronta oggi forse la crisi più seria della sua carriera, con lo Stato ebraico paralizzato da (la Repubblica)

Su altri media

Il premier congela la riforma della Giustizia in cambio di una polizia privata guidata da Ben Gvir. Il sindacato ferma lo sciopero, ma non si placano le proteste. Chiuse le ambasciate in tutto il mondo fabiana magrì (La Stampa)

Centinaia di contromanifestanti di destra hanno sfondato un blocco su Rager Boulevard a Be’er Sheva e hanno raggiunto i manifestanti oppositori che protestavano contro la revisione giudiziaria. La polizia sta intervenendo tra le parti. (Il Fatto Quotidiano)

Daniel come altri militari nei giorni scorsi ha comunicato al suo comando che non avrebbe risposto al richiamo periodico. «Non posso far parte di un esercito che potrebbe rappresentare uno Stato che non sarà democratico dopo la riforma di Netanyahu. (Il Manifesto)

Benjamin Netanyahu ha apertamente parlato del rischio di guerra civile in Israele. Ed è per questo che ha quindi deciso di "congelare" la sua riforma della giustizia. Un rinvio, in attesa di nuovi confronti anche con l'opposizione per quella che secondo le intenzioni future del premier dovrebbe rappresentare "una riforma condivisa". (ilGiornale.it)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME - Sette giorni dopo l’insediamento alla fine dell’anno scorso il governo di estrema destra ha presentato quella che considera una «riforma» necessaria del sistema. (Corriere della Sera)

Bibi perdente, Bibi ridimensionato, Bibi sempre più dipendente dalla destra estrema. La sospensione della seconda e terza lettura alla Knesset della riforma della giustizia per dare «tempo» a un esame allargato volto a «raggiungere un’intesa» annunciata ieri sera in diretta tv è per il premier israeliano e leader della destra israeliana una chiara sconfitta politica. (Il Manifesto)