In via Oslavia apre le porte la casa di Giacomo Balla - Prati

Il biglietto della mostra è acquistabile solo congiuntamente a quello per il Museo Maxxi al prezzo di 22 euro intero e 20 ridotto

Pareti e porte dipinte, mobili e arredi decorati, abiti disegnati e cuciti in casa.

Per la prima volta, questa “officina del futuro” apre le porte al pubblico (con prenotazione obbligatoria) da venerdì 25 giugno ogni fine settimana per cinque mesi, fino a domenica 21 novembre. (romah24.com)

La notizia riportata su altri giornali

Dal 25 giugno al 21 novembre, solo nei weekend, sarà possibile visitare la casa futurista in via Oslavia, dove Giacomo Balla visse e lavorò dal 1929 sino alla morte. (Radio Colonna)

"Casa Balla. L’intero progetto Casa Balla. (Finestre sull'Arte)

Un trionfo di colori, forme, geometrie che investono pareti, lampade, soffitti, mobili, piastrelle, abiti appesi e ogni utensile e particolare immaginabile. "Entrando lì - racconta la presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri - si capisce davvero chi era Balla". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

È “un’opera d’arte totale” Casa Balla, l’appartamento al 39 di via Oslavia, quartiere romano Della Vittoria, dove il grande artista futurista Giacomo Balla visse con la moglie e le figlie Luce ed Elica dal 1929 alla sua morte, nel 1958. (Frontiera)

Dinamismo atmosferico, tele tessute ad arazzo, scimmie e pappagalli, linee andamentali e vibrazioni rumoristiche. Casa Balla è l'arte che sconfina nella vita quotidiana, e la vita quotidiana che confina con l'arte anni dalla nascita, Giacomo Balla (1871-1958), artista poliedrico, parolibero, imparagonabile, è ripulito, restaurato e restituito al grande pubblico. (ilGiornale.it)

Balla, ballate e balliani. La visionaria bizzarria del cofondatore del Futurismo anche nella sua casa romana. Lo studiolo rosso di Casa Balla. A far da contrappunto alle ideazioni contemporanee, arazzi, disegni, bozzetti, mobili, arredi originariamente parte di Casa Balla, dispersi poi in collezioni private, e ora per l’occasione riuniti (Il giornale dell'Arte)