Zagrebelsky: Barbero e i professori contro il Green Pass? Non rappresentano l’Università, ma loro stessi

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Il presidente emerito della Consulta, presentando a Torino Biennale democrazia, gela anche le posizioni alla Cacciari-Agamben: «Oggi ci sono tanti costituzionalisti che dicono la loro, in fondo un po’ tutti lo siamo.

«I trecento professori che hanno firmato la lettera contro il Green pass, tra cui il professore Alessandro Barbero, non rappresentano l'università, ma loro stessi.

Ai giornalisti che gli chiedevano se secondo lui l'obbligo del Green pass possa avere ripercussioni sul vivere democratico, il giurista ha detto di non voler rispondere. (La Stampa)

Su altre fonti

Ai giornalisti che gli chiedevano se secondo lui l’obbligo del Green pass possa avere ripercussioni sul vivere democratico, il giurista ha detto di non voler rispondere. (Imola Oggi)

Ma dopo quasi due anni, con la vaccinazione all′80% e lo strumento del green pass, sul piano del diritto si può dire che l’emergenza persista? Quanto alle proteste No Vax: “Chi scende in piazza al grido di libertà, dovrebbe usare la parola giusta che è arbitrio. (L'HuffPost)

È quanto ha dichiarato il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, presidente di Biennale Democrazia, presentata oggi al Teatro Carignano di Torino e in programma dal 6 al 10 ottobre. Ai giornalisti che gli chiedevano se secondo lui l'obbligo del Green pass possa avere ripercussioni sul vivere democratico, il giurista ha detto di non voler rispondere. (Sky Tg24 )

Bellissima cosa la musica da camera, ma cosa c’entra con la pandemia?». La gente potrebbe pensare che si tratti di professori esperti di quella materia, invece non è così, per esempio tra loro so esserci una professoressa di musica da camera. (Corriere della Sera)

Qualche riflessione, piuttosto che risposte vere e proprie, potrà forse venire dalle nostre discussioni durante la stessa Biennale "I 300 professori che hanno firmato la lettera contro il Green pass, tra cui il professore Alessandro Barbero, non rappresentano l'università, ma loro stessi. (La Repubblica)