Ilaria Salis di nuovo in catene in tribunale: in aula si deciderà sui domiciliari. Fuori legali e amici minacciati da estremisti di destra

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente come fosse un guinzaglio, esattamente come accaduto nell’udienza del 29 gennaio. È entrata così in aula Ilaria Salis, la 39enne milanese da 13 mesi in carcere a Budapest con l’accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra. Oggi è prevista la seconda udienza del processo, in occasione della quale il giudice ungherese si esprimerà anche in merito alla richiesta degli arresti domiciliari. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altre testate

Budapest, 28 mar. - A Budapest, il tribunale ha respinto la richiesta di domiciliari per Ilaria Salis, l'insegnante 39enne italiana, in carcere da 13 mesi in Ungheria perché accusata di aver aggredito alcuni militanti di estrema destra (Il Sole 24 ORE)

(Adnkronos) – (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Il ventitreenne è accusato di aver partecipato con Ilaria Salis agli scontri del 10 febbraio 2023 a Budapest e di aver aggredito tre neonazisti durante le celebrazioni del giorno dell’onore, che ricorda la memoria dei soldati nazisti che, nel 1945, tentarono di rompere l’assedio dell’Armata Rossa e vennero uccisi in battaglia. (La Stampa)

Ilaria Salis, oggi il giudice ungherese Jozsef Sòs stabilirà se la docente 39enne italiana potrà ottenere gli arresti domiciliari oppure dovrà rimanere ancora nel carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi Ucta. (ilmessaggero.it)

"I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza": è quanto ha detto Roberto Salis, il padre di Ilaria, a cui oggi sono stati negati i domiciliari in Ungheria. (Sky Tg24 )

Se in Ungheria questa mattina è arrivato il verdetto della corte ungherese che chiude le porte ai domiciliari per Ilaria Salis, dalle nostre parti la corte d’Appello di Milano - giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera - hanno negato la consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi colpito da mandato di arresto europeo (emesso ad ottobre ed eseguito lo scorso 21 novembre) perché accusato di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell’11 febbraio 2023, insieme alla connazionale Ilaria Salis, che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese. (Liberoquotidiano.it)