Covid, Fmi: Europa, Pil cala del 7% nel 2020. Mai così male dalla Seconda Guerra Mondiale

Sky Tg24 ECONOMIA

(Foto: Ipa). Lo speciale Coronavirus

aesi avanzati dell'Europa sono quelli più in difficoltà a causa della crisi e fra "il gruppo dei più colpiti ci sono Francia, Italia, Portogallo, San Marino, Spagna e Regno Unito per i quali l'attività economica è prevista contrarsi di circa il 10%", afferma il Fondo.

(Sky Tg24 )

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A fornire un outlook aggiornato sul vecchio continente è il Fondo Monetario Internazionale, che ha dato indicazioni piuttosto fosche sull’uscita dalla crisi nella regione europea. In questa cornice, il Fondo Monetario Internazionale ha messo in guardia i Paesi europei: l’uscita dalla crisi sarà più lenta e difficoltosa. (Money.it)

La stima è contenuta nel Regional outlook del Fondo monetario internazionale, secondo cui l'economia del vecchio continente calerà del 7% quest'anno prima di risalire del 4,7% il prossimo. Un ritiro prematuro delle politiche di sostegno potrebbe risospingere i Paesi nella recessione, cancellando gran parte di quanto ottenuto finora. (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)

L'Fmi stima che in Europa la dimensione media delle misure fiscali discrezionali annunciate per il 2020 sia stata del 6,2% del Pil per le economie avanzate - come l'Italia - e del 3,1% per quelle emergenti. (la Repubblica)

I rischi per l'economia europea «restano significativi e stanno aumentando con la seconda ondata di infezioni che si sta intensificando. Le banche europee sono entrate nella pandemia forti e si sono dimostrate resilienti a uno shock senza precedenti. (Ticinonline)

Il riemergere delle infezioni in Europa rappresenta probabilmente il maggiore rischio al ribasso al momenti. I rischi per l'economia europea «restano significativi e stanno aumentando con la seconda ondata di infezioni che si sta intensificando. (Il Messaggero)

Molte di queste perdite non saranno recuperate nel medio termine». Per sostenere la ripresa dalla pandemia, le politiche dovrebbero cercare di affrontare sfide di lunga durata, come la bassa crescita della produttività, la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e la crescente disuguaglianza». (La Stampa)