Figlia 22enne rifiuta due lavori, stop all'assegno di papà

Gazzetta del Sud INTERNO

Al posto fisso come cameriera che tanto voleva, "Adele" ha detto ancora "no".

La prima, come segretaria nello studio legale del padre, la ha rifiutata dicendo che voleva fare la cameriera.

Ora la Cassazione ha respinto il suo reclamo per riavere dal padre l’assegno mensile di 300 euro: per gli "ermellini" la mancata indipendenza economica è "esclusivamente sua colpa"

Per due volte "Adele", figlia 22enne di una coppia divorziata di Gorizia, ragazza munita solo del diploma di maturità e non amante degli studi oltre che priva di aspirazioni professionali, ha detto "no" a un contratto di lavoro a tempo determinato. (Gazzetta del Sud)

Su altre fonti

Gli Ermellini hanno stabilito che il ricorso della 22enne, figlia di una coppia divorziata, è “manifestamente infondato” nonostante la giovane età. Figlia rifiuta due lavori: cosa hanno stabilito i giudici dando ragione al padre. (QuiFinanza)

Si è svolto ieri all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola Nobìlita Festival, Festival della cultura del lavoro. Una 22enne di Gorizia, figlia di due genitori divorziati, ha rifiutato due proposte di lavoro e per questo motivo la Cassazione ha respinto il suo reclamo per riavere l'assegno mensile di 300 euro dal padre. (Radio 24)

«Non è che i giovani in Italia siano disoccupati perché non vogliono lavorare, e spesso vengono mantenuti dai genitori perché il lavoro non lo trovano. Questa vicenda è diversa: mi pare un caso limite, che ha a che fare più che altro con la disgregazione di una famiglia e la rottura totale dei rapporti. (Il Piccolo)

Una sentenza della Cassazione ha stabilito che, in caso di più offerte di lavoro rifiutate, decade il diritto a ricevere l'assegno mensile. Il neo-maggiorenne, infatti, andava male a scuola, anche in condotta, e si era ritirato dal quarto anno per non essere bocciato. (corriereadriatico.it)

E poi non è colpa sua se non è ancora indipendente dato che "è appena diventato maggiorenne" e "non c'è prova che il lavoro offertogli dal padre e rifiutato sia conforme alle sue attitudini e aspirazioni" Ora la Cassazione ha respinto il suo reclamo per riavere dal padre l'assegno mensile di 300 euro: per i giudici la mancata indipendenza economica è "esclusivamente sua colpa". (Telefriuli)

L’iscrizione fu effettuata dopo la sentenza del Tribunale che aveva estinto il suo diritto al sostegno economico. Per la Cassazione non è colpa sua se non è ancora indipendente, “è appena diventato maggiorenne” e “non c’è prova che il lavoro offertogli dal padre e rifiutato sia conforme alle sue attitudini e aspirazioni” (Il Fatto Quotidiano)