L'ironia di Gentiloni sul «no» dei partiti italiani al Patto di stabilità. E il voto «pensando a Roma»

L'ironia di Gentiloni sul «no» dei partiti italiani al Patto di stabilità. E il voto «pensando a Roma»
Corriere della Sera INTERNO

Lenin aveva il problema di realizzare il socialismo in un solo Paese. L’Italia, più modestamente, muove da sola contro il Patto di stabilità. O, meglio, si astiene all’Europarlamento; ma lo fa in modo così compatto da strappare una battuta al commissario Ue Paolo Gentiloni: «Con il voto sul Patto abbiamo unito la politica italiana». In effetti, visto dai piani alti dei palazzi di Bruxelles, il voto dell’Europarlamento sul nuovo Patto di stabilità presenta un aspetto peculiare. (Corriere della Sera)

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I padrini, cioè il partito del commissario europeo che lo aveva concordato, non sono da meno. A Strasburgo si pronunciano a favore del nuovo Patto, peraltro solo su uno dei punti al voto, quattro europarlamentari italiani: due di Renew, uno dei quali eletto in Francia, uno della Svp e l’azzurra Lara Comi, unica a votare in dissenso dal suo partito ma conforme alla “famiglia” europea, quella del Ppe. (il manifesto)

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