Stagione 2024 Teatro Greco Siracusa, torna Giuliano Peparini

Stagione 2024 Teatro Greco Siracusa, torna Giuliano Peparini

La Fondazione Inda festeggia i 110 anni dalla prima rappresentazione classica al Teatro Greco di Siracusa, avvenuta nel 1914 con l’Agamennone di Eschilo, con una stagione 2024 ricca di grandi classici e interessanti novità. Si parte il 10 maggio con l’Aiace di Sofocle, diretto e interpretato da Luca Micheletti, al suo debutto a Siracusa. L’11 maggio sarà la volta di Fedra (Ippolito portatore di corona) di Euripide, con la regia dello scozzese Paul Curran, anche lui per la prima volta al Teatro Greco. (RagusaNews)

Se ne è parlato anche su altri giornali

«Mi affascina mol… Aiace è troppo nobile per perdonarsi dopo il massacro di bestiame scambiato per il nemico? (La Repubblica)

Intorno alla stagione di Erling Haaland stanno piovendo critiche ingiustificate che nelle ultime settimane sono sfociate addirittura nel ridicolo. (Minuti Di Recupero)

Si parte il 10 maggio con l’Aiace di Sofocle, diretto e interpretato da Luca Micheletti, al suo debutto a Siracusa. La Fondazione Inda festeggia i 110 anni dalla prima rappresentazione classica al Teatro Greco di Siracusa, avvenuta nel 1914 con l’Agamennone di Eschilo, con una stagione 2024 ricca di grandi classici e interessanti novità. (Orizzonte Scuola)

Luca Micheletti a Siracusa: “Aiace è una tragedia-thriller che si svela poco a poco”

In scena le rappresentazioni classiche “Aiace” con la regia di Luca Micheletti. “Tragedia dell’orrore e della follia – ha detto Micheletti -, Aiace è anche una potente meditazione sulla condizione dell’uomo in lotta con il proprio destino, incerto e spesso insensato”. (Il Fatto Quotidiano)

Li ritroviamo nei loro testi originali, che però proponiamo in un abito moderno, traducendoli nel nostro italiano di oggi, grazie all’acribia di illustri antichisti e alla passione dei poeti, ai quali va il nostro plauso, e mettendoli in scena a servizio del nostro immaginario di oggi, con l’aiuto di registi e artisti ultra contemporanei, ma rispettosi della priorità del testo antico». (Gazzetta del Sud)

Dice che quella di “Fedra” è «una storia mondiale», perché «investe tutte le culture del mondo». E che alla base di questa storia c’è un problema di comunicazione: «Teseo non chiede a nessuno il perché del gesto di Fedra, Ippolito non chiede nulla alla nutrice: sembra quello che succede con i nostri cellulari. (La Repubblica)