Il ciuffo sventola ad Oropa, Pogacar è in Rosa ma non paragoniamolo a Marco

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Normalità. Che tanto normale al Giro d'Italia non è. Perché da quanto tempo non vedevamo un corridore che con questa semplicità in salita fa quello che vuole? Non vale dire Nibali, saremmo troppo di parte. Si può avvicinare forse il primo e il secondo Contador nel 2008 e nel 2015. Pogacar però è qualcosa di mai visto e tutto ciò che fa lo fa con una prassi, regolarità, abitudine che ci spiazza. Buca, cade e attenzione, sbaglia, perché la ruota anteriore gli scappa perché ha voluto stare in sella e svoltando è finito per terra. (TorinOggi.it)

La notizia riportata su altri giornali

CLASSIFICHE - CURIOSITA' - TAPPE - MONTEPREMI - ALBO D'ORO (Sky Sport)

I tre battistrada hanno iniziato la salita al colle del Melogno, unico Gpm (terza categoria) della giornata, con 4'38" di vantaggio sul gruppo dopo 85 km di corsa. Cambi regolari in testa fra Munoz, de Bod e Calmajane, che hanno 5' di vantaggio dopo 70 km dal via. (La Gazzetta dello Sport)

La notizia più bella, in alcuni casi, più che essere contenuta nell'intervista… è l'intervista stessa! Il nostro direttore Pier Augusto Stagi, tra i bus e i fogli firma del Giro d'Italia, ha infatti intercettato pure Luca Guercilena, a cui siamo... (TUTTOBICIWEB.it)

178 chilometri quasi pianeggianti tranne per il Passo del Bracco che potrebbe innescare una fuga di giornata. A tappa da Genova a Lucca e arrivo tra i primi Appennini toscani. (Fanpage.it)

Il percorso prevede una prima parte di tappa vivace, in particolare con il Passo del Bosco dopo 62 km: il Gran premio della montagna di terza categoria può vivacizzare la corsa ma difficilmente può diventare il trampolino per una fuga. (Adnkronos)

Era un evento particolare, era il giorno in cui il Giro d’Italia arrivava a Oropa, al culmine di una tappa che ha reso leggendario Marco Pantani (scomparso il 14 febbraio 2004), tanto da legare per sempre il suo nome a quella salita. (Corriere della Sera)