Il gruppo criminale. I fedelissimi di Messina Denaro ripulivano i soldi della mafia
Complesse operazioni finanziarie per ripulire fiumi di denaro sporco che, secondo gli inquirenti, costituivano il tesoro dei boss palermitani della ‘vecchia mafia’. Un flusso di soldi che – questa è l‘ipotesi investigativa – sarebbe stato messo in moto da uomini vicinissimi a Mattia Messina Denaro. Seguendo le intercettazioni telefoniche legate ai trasferimenti milionari, i carabinieri sono arrivati fino a Rimini (il Resto del Carlino)
Se ne è parlato anche su altre testate
Una mafia che controlla appalti e si occupa di energia. È una fotografia già vista quella offerta dall’ultima operazione antimafia portata a termine ieri mattina (16 aprile) dai carabinieri di Trapani, coadiuvati dai colleghi di Palermo. (Giornale di Sicilia)
PALERMO – Un intreccio finanziario internazionale per fare rientrare in Sicilia i soldi della mafia, milioni di euro sporchi. I soldi c’erano e sono pure transitati estero su estero, ma non c’è certezza che siano rientrati in possesso dei mafiosi che li volevano ripulire. (Livesicilia.it)
Secondo quanto emerge all’articolo del Il Fatto Quotidiano, i due si “stavano interessando anche del versante politico”. Il gran rifiuto del senatore Davide Faraone di aiutare Francesco Paolo e Leonardo Palmeri, arrestati nell’ultima indagine della procura di De Lucia, per acquisire i supermercati Coop della Sicilia occidentale. (BlogSicilia.it)
I protagonisti principali sono Salvatore e Andrea Angelo, padre e figlio originari della cittadina del Trapanese (rispettivamente finiti ai domiciliari e in carcere), e il loro intermediario finanziario Giuseppe Burrafato che risulta indagato. (MeridioNews - Edizione Sicilia)
/04/2024 06:00:00 La mafia trapanese voleva tornare nel business della grande distribuzione. Voleva tornare a comprare supermercati. Un vecchio interesse criminale delle cosche e di chi è stato vicino a Matteo Messina Denaro ai tempi della Despar e della società con Giuseppe Grigoli. (Tp24)
Undici persone sono state arrestate – a 6 è toccato il carcere a 5 i domiciliari – al termine di una inchiesta della Dda di Palermo coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dei carabinieri di Trapani. (Il Fatto Quotidiano)