Rai, resa dei conti sullo sciopero: accuse e guerra di cifre. Usigrai: «Precettazione». UniRai: «Fatta la storia»

Corriere Roma INTERNO

È guerra di numeri e di nervi in Rai, dopo lo sciopero dei giornalisti di lunedì scorso che, malgrado l’elevata adesione, non ha impedito a due tg su tre di andare (in qualche modo) in onda, spaccando le redazioni. In un clima di polemiche e sospetti, ieri sono stati fatti circolare numeri diversi da quelli forniti da Usigrai. Numeri che sembrerebbero di fonte UniRai, il neosindacato di destra che ha boicottato l’astensione. (Corriere Roma)

La notizia riportata su altri media

Né che i direttori si sarebbero dati così tanto da fare per sabo… Del diktat partito dal settimo piano di Viale Mazzini per far fallire la protesta sindacale. (la Repubblica)

Siamo veramente a un dato a prova di stupido, e lo sciopero Rai non dovrebbe ingannare chi abbia un minimo di arguzia o che non sia in malafede. (Il Primato Nazionale)

Laura Aprati, giornalista della Rai, è stata colpita da alopecia aerata totale ed ha perso tutti i capelli. A raccontare la sua storia il Policlinico Umberto I. (Frosinone News)

Gli organizzatori hanno detto di aver avuto un’adesione del 75%: anche se fosse vero, significa che loro stessi stanno certificando di non avere più il controllo del 25% dei giornalisti della televisione pubblica nazionale. (StrettoWeb)

Il grottesco, per affrontare il tema apparentemente secondario, è il disinteresse mostrato dai vertici sulla mancanza di approvazione definitiva del Contratto di servizio, pur siglato nella seduta dello scorso 18 gennaio dal consiglio di amministrazione e dal governo un paio di mesi dopo, e ora all’esame della Corte dei conti. (il manifesto)

Il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone, nel suo "Occhio al caffè - Rassegna politicamente scorrettissima", usa l'ironia per registrare quanto accaduto lunedì: "La metà dei dipendenti Rai ha lavorato, Tg 1 e Tg 2 sono andati regolarmente in onda. (Liberoquotidiano.it)