Usa: Zuckerberg non interviene su post di Trump, in sciopero i dipendenti di Facebook

La Stampa ESTERI

«Non so cosa fare, ma so che non fare nulla è inaccettabile», ha scritto su Twitter un membro del team ricerca d Facebook, Jason Stirman.

Astensione dal lavoro virtuale dopo il rifiuto del Ceo di FB di sanzionare i post incendiari del presidente americano.

Alla base del malcontento in Facebook c’è l'inedita presa di posizione di Twitter che ha iniziato a segnalare i cinguettii di Trump.

Il presidente Usa ha ritwittato l'intervista del Ceo di Facebook, che sul suo social ha deciso di non oscurare il messaggio di Trump sull'uso della forza contro i manifestanti. (La Stampa)

Su altri media

Lo strumento in questione prende il nome di Gestisci attività e permette agli utenti di cancellare i loro vecchi post singolarmente o in blocco, con anche la possibilità di usare dei comodi filtri per trovare post con persone specifiche al loro interno o pubblicati in un determinato arco di tempo. (TuttoTech.net)

Mark Zuckerberg ha annunciato che non intende censurare i politici. 5 Facebook si schiera dalla parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump contro Twitter. (Calciomercato.com)

In effetti, la posizione personale di Mark Zuckerberg è chiaramente contraria alla propaganda trumpiana, ma l’azienda è schiava di dinamiche a lui aliene. Mentre Twitter addita il presidente Trump come mendace e violento, Facebook cerca di stemperare i toni proteggendo il suo diritto alla libertà di parola. (Lega Nerd)

Lascia tutto come è, in nome della “libertà di espressione”. Perché difendendo la libertà di espressione in realtà Zuck difende se stesso. (L'HuffPost)

Mark Zuckerberg a porte chiuse: “i post di Donald Trump mi hanno disgustato”. Nonostante Facebook pubblicamente abbia scelto un approccio alla moderazione dei contenuti diverso da quello di Twitter, una registrazione audio rivela l’opinione di Zuckerberg sui post di Donald Trump: «solo disgusto». (Lega Nerd)

Tutta la Big Tech contro le violenze razziali, e implicitamente contro chi l’hate speech - il linguaggio d’odio - lo fomenta, ossia Donald Trump, meno Mark Zuckerberg ed Elon Musk che rischiano grosso prendendo molto alla larga la tragedia dell’afroamericano morto per asfissia in Minnesota per mano di poliziotti bianchi. (L'HuffPost)