Anestesia? No, ipnosi. E così operano al cuore una 82enne

ilGiornale.it SALUTE

In questo stato di trance, che è ben diverso dal sonno, abbiamo potuto completare l'intervento, grazie ad uno stato di immobilità tenuto dall'inizio alla fine della procedura" .

Sul lettino però per la paziente nessun ricorso a farmaci dell'armamentario anestesiologico': in alternativa si è ricorsi all'ipnosi" .

L'ottantaduenne soffre di un disturbo ai bronchi a causa di una polmonite e il ricorso allìanestesia avrebbe potuto causarle complicazioni. (ilGiornale.it)

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Tutto ciò significa che si tratta di un intervento più o meno lungo (si possono superare anche le tre ore) e che necessita generalmente di una politerapia farmacologica locale e sistemica a scopo analgesico e anestetico. (greenMe.it)

Marco Scalione e dopo aver frequentato la prestigiosa scuola italiana di ipnosi CIICS (Centro Italiano di Ipnosi Clinico Sperimentale) di Torino. «Grazie all'ipnosi durante l’intervento è possibile ridurre drasticamente l’utilizzo di farmaci anestetici e analgesici e rendere la procedura ancor più tollerata - sottolinea Luca Bacino-. (Mediagold)

L’ablazione della fibrillazione atriale è ormai un intervento routinario nel reparto di Cardiologia dell’Ospedale San Paolo di Savona diretto dal dott. Bacino ha introdotto a Savona l’utilizzo dell’ipnosi nella pratica clinica, grazie alla collaborazione con il centro di Aritmologia dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti diretto dal dott. (AlbengaCorsara News)

“L’ipnosi clinica – aggiunge – è ancora oggi poco conosciuta e poco applicata in campo medico e in particolar modo durante le procedure interventistiche cardiologiche a scopo analgesico, ma le sue potenzialità sono straordinarie”. (Responsabile Civile)

L’ablazione della fibrillazione atriale è un intervento all’avanguardia nel campo della cardiologia interventistica che consente di curare gli episodi di aritmia e consiste nell’effettuare, attraverso il cateterismo cardiaco partendo dalle vene femorali, la deconnessione elettrica delle vene polmonari all’interno dell’atrio sinistro del cuore mediante l’utilizzo di energia a radiofrequenza determinando una modificazione stabile delle caratteristiche elettriche del cuore. (L'Opinionista)

“Grazie all’ipnosi durante l’intervento è possibile ridurre drasticamente l’utilizzo di farmaci anestetici e analgesici e rendere la procedura ancor più tollerata – dichiara Bacino – L’ipnosi clinica è ancora oggi poco conosciuta e poco applicata in campo medico e in particolar modo durante le procedure interventistiche cardiologiche a scopo analgesico, ma le sue potenzialità sono straordinarie, in quanto si può ridurre al minimo l’utilizzo dei convenzionali farmaci e inoltre la procedura è resa molto più tollerabile. (Quotidiano Piemontese)