Nuova Irpef e taglio dell’Irap. Ecco chi ci guadagna e quanto
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Complessivamente il primo modulo della riforma costerà nel 2022 circa 4,8 miliardi per attestarsi, poi, sui 7 miliardi a regime.
L’imposta sull’Irpef sarà del 23% fino a 15mila euro, del 25% da 15.001 a 28mila euro, del 35% da. L’ultimo nodo da sciogliere è quello delle bollette.
Complessivamente, l’85% del beneficio dovrebbe andare a chi si colloca al di sotto dei 50mila euro.
Non sparirà del tutto, ma resterà per i redditi fino a 15mila euro che sarebbero altrimenti esclusi dai vantaggi della nuova curva dell’Irpef. (Quotidiano.net)
La notizia riportata su altri giornali
Nell’intervista pubblicata venerdì 3 dicembre 2021 al Corriere della Serail direttore spiegava come oltre il 90 per cento del gettito Irpef provenga da dipendenti e pensionati. Scrivono dalla Cgia: «Si sottende che in Italia a pagare la quasi totalità dell’Irpef sarebbero solo due categorie di contribuenti: ovvero i lavoratori dipendenti e i pensionati». (Corriere della Sera)
Con i benefici maggiori previsti per i redditi intorno a 50 mila euro lordi l’anno. Inoltre, con il taglio dell’Irpef in arrivo, i trattamenti sopra i 15 mila euro lordi l’anno avranno un ulteriore incremento. (Il Messaggero)
In pratica, non si troverà più in busta paga il contributo in soldi ma i lavoratori ne beneficeranno sotto forma di detrazione fiscale. Superano il 40% i redditi che appartengono ai contribuenti più ricchi, con redditi sopra i 300mila euro (iL Meteo)
Sparirebbe l'aliquota del 41% e sui redditi oltre 50mila euro si applicherebbe il 43% (che ora invece scatta dopo i 75mila euro). Nessun cambiamento per il primo scaglione (23% fino a 15mila euro). (Today)
Inizialmente era pari ad 80 euro per ogni beneficiario, poi è stato ritoccato fino alla quota di 100 euro durante il secondo esecutivo presieduto da Giuseppe Conte. Ma il governo giallorosso ha fatto di più, decidendo di estenderlo a tutti i redditi inferiori a 40 mila euro. (QuiFinanza)
Il calcolo della nuova Irpef senza le detrazioni. Tasse, tempo di riforma. «Sono previsioni soggette a variabili e pertanto non definibili esattamente – spiega Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro -. (Corriere della Sera)