Una eredità da oltre 4 miliardi Però il partito che fine farà?

CronacaQui.it INTERNO

Il Re è morto. E ora, al suo capezzale, tra parole di cordoglio, commozione vera o di facciata, si comincia a giocare la più cinica delle partire, quella della sua successione. E nella corte di Silvio Berlusconi c’è chi trema e chi invece già calcola i profitti. Quelli imprenditoriali che ruotano intorno a Fininvest, la holding nata nel 1978 attraverso la quale sono passate quasi tutte le imprese del Cavaliere e che oggi vale circa 4 miliardi di euro, considerando Mediaset, Mondadori e Banca Mediolanum, e quelli politici all’ombra del simbolo di Forza Italia. (CronacaQui.it)

Ne parlano anche altri media

La salita dei titoli di Mediaset for Europe nel giorno della scomparsa di Silvio Berlusconi ha fatto sorgere speculazioni sul possibile impatto della sua assenza sulla famiglia e sulla vendita del gruppo televisivo da lui fondato. (Calcio e Finanza)

Il suo impero oltre-Silvio. A definire la sua strada dai primi passi del suo debutto da imprenditore negli anni ‘60, da sempre oggetto di sospetti e leggende, nel mondo del mattone e poi il passaggio alle tv e al calcio fino alla finanza, è stato lo stesso Silvio Berlusconi (ilgazzettino.it)

Luigi Berlusconi è il quinto e ultimo figlio di Silvio Berlusconi, deceduto oggi dopo un lungo periodo di salute travagliata all'età di 86 anni. Scopriamo di più sull'ultimogenito del Cavaliere, ecco chi è Luigi Berlusconi e quanto guadagna con la sua attività. (Money.it)

I mercati finanziari, però, già da tempo avevano intuito qualcosa e mettevano nel portafoglio il titolo Mfe – Media for Europe NV, convinti che sarebbe stata venduta. (FX Empire Italy)

Con la scomparsa di Silvio Berlusconi si apre il nodo della successione in Fininvest, la holding di partecipazioni della famiglia. Il mercato scommette su un’accelerazione dei francesi di Vivendi, ma gli analisti pensano che non sia la strada giusta. (Milano Finanza)

Tra i nomi dei potenziali acquirenti circola soprattutto quello di Vivendi, secondo socio di Mfe con il 23,8%: la quota era stata rastrellata per la fallita scalata di qualche anno fa. I titoli A avanzano del 6,3% a 0,53 euro mentre quelli B – con 10 diritti di voto – salgono del 5,2% a 0,74 euro. (Il Fatto Quotidiano)