Bari, le mani dei clan sulle slot machine: 36 arresti dell'Antimafia, sequestrati 7,5 milioni

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Oltre agli arresti, i finanzieri di Bari e dello Scico di Roma stanno eseguendo sequestri di beni per un valore complessivo di oltre 7,5 milioni.

Dei 36 soggetti coinvolti nell’inchiesta, condotta dagli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari e da quelli del Gico, alcuni appartengono a storici clan baresi: gli Anemolo, gli Strisciuglio e i Capriati.

Dall’inchiesta, coordinata dalla Dda di Bari guidata da Giuseppe Volpe, è emerso che i membri dell’organizzazione avevano concentrato i propri interessi sull’installazione e sulla gestione degli apparecchi di videopoker nei negozi e nelle sale gioco in città. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri media

E' quanto emerso da un'indagine condotta dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) della Guardia di Finanza di Bari, sotto la direzione Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, che oggi ha portato all'arresto di 36 persone: 27 in carcere e 9 agli arresti domiciliari. (BariToday)

Di fatto l’uso della forza e l’intimidazione psicologica, tra usura ed estorsione, aveva smantellato la concorrenza delle altre imprese di settore. Alla criminalità era sufficiente “concedere” come previsto dalla legge il 25% delle vincite rispetto al denaro introdotto nel sistema. (Borderline24 - Il giornale di Bari)

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Emiliano: un plauso all’ottimo lavoro della DDA di Bari e delle Fiamme Gialle. delle Fiamme Gialle nel settore dei giochi, con particolare riferimento all’installazione e alla gestione degli apparecchi da intrattenimento negli esercizi commerciali e nelle sale da gioco del capoluogo pugliese. (StatoQuotidiano.it)

Maggiori dettagli saranno forniti in mattinata nel corso di una conferenza stampa. (BisceglieViva)

L'indagine è scaturita da una coraggiosa denuncia per usura ed estorsione sporta da un piccolo imprenditore barese titolare di una rivendita di tabacchi. Il focus investigativo avviato sulla attività di noleggio degli apparecchi da intrattenimento da parte del D'Ambrogio ha consentito di acclarare come il contesto denunciato dal tabaccaio non rappresentasse affatto un caso isolato. (BariViva)