Israele, le parole a sorpresa di Liliana Segre: esce allo scoperto il tabù impronunciabile su Gaza

Israele, le parole a sorpresa di Liliana Segre: esce allo scoperto il tabù impronunciabile su Gaza
Radio Radio ESTERI

È intervenuta in questi giorni sulla vicenda tormentata di Israele e delle sue politiche imperialistiche ed efferate contro il popolo di Gaza anche la senatrice Liliana Segre. Lo ha fatto, va sottolineato, non nel migliore dei modi. Ha detto testualmente la Segre che chi parla di genocidio in relazione alle politiche d’Israele sta bestemmiando. Non ci stupiremmo davvero se, a questo punto, proponessero direttamente di assegnare a Israele il premio Nobel per la pace o qualche altro riconoscimento per la tutela dei diritti umani, dato il grado di ideologia e di propaganda che caratterizza in maniera lampante la narrazione liberal-atlantista. (Radio Radio)

Ne parlano anche altri media

Segre: “Non usiamo la parola genocidio per Israele. Gioventù ignorante della storia va a gridare nelle università” Di (Orizzonte Scuola)

Così dice di sentirsi Liliana Segre davanti alla nuova ondata di antisemitismo che si sta diffondendo in Italia e non solo. Triste. (Corriere della Sera)

MILANO. «Non usiamo la parola genocidio è un termine spaventoso, come una bestemmia». (La Stampa)

Il genocidio in atto a Gaza è un fatto: la bestemmia è di chi strumentalizza Segre e la Shoah

Il caso Segre, esploso in questi giorni, è letteralmente la punta dell’iceberg di una montagna ghiacciata di propaganda con la quale si cerca di sommergere e soffocare ogni tentativo di far comprendere la concretezza e la serietà dei crimini di cui è accusato il governo israeliano in carica, da entrambe le corti internazionali di giustizia, ovvero: a) l’International Court of Justice (ICJ), che si occupa di giudicare gli Stati; b) l’International Criminal Court (ICC), che invece processa le singole condotte individuali. (La Fionda)

Gentile Senatrice Liliana Segre, (Basilicata24)

Sono sgomenta all’idea che la mia difesa dei diritti umani e delle politiche umanitarie possa essere fraintesa fino al punto da farmi considerare un’antisemita. Mi è terribilmente dispiaciuto che, in base a quanto riferitomi dagli avvocati, lei mi abbia querelato per “diffamazione e istigazione all’odio”. (La Fionda)