Dilagano le proteste per la morte di George Floyd: dagli Usa al Canada VIDEO

L'Unione Sarda.it ESTERI

Le proteste per il caso di George Floyd, l'afroamericano morto dopo l'arresto da parte della polizia a Minneapolis, si allargano e toccano numerose città degli Usa ma anche del Canada.

E, pur difendendo "il diritto a manifestare pacificamente", ha precisato che la sua amministrazione "fermerà la violenza di massa".

Sulla vicenda è intervenuto il presidente Usa Donald Trump: "La morte di Floyd è stata una grande tragedia - ha detto - Non doveva succedere. (L'Unione Sarda.it)

La notizia riportata su altri media

Fino al 29 marzo, quando la morte del giovane rifugiato siriano trentaduenne Ilyad Al-Daqre ha commosso la città di Piacenza. La giovane vedova al-Daqre, l’italiana Francesca Bocca, dice: “Ilyad era diventato cittadino italiano e si sentiva ormai piacentino. (RSI.ch Informazione)

Fingono di protestare contro la violenza della polizia; in realtà è solo una scusa per mettere in campo la propria. Usa: massacrato di botte perché difende il suo negozio dal saccheggio. (Imola Oggi)

Nei giorni scorsi i dimostranti avevano dato alle fiamme la caserma numero 3.In vari stati è stata mobilitata la Guardia nazionale. La telecamera si e' rotta dopo che uno dei manifestanti ha tentato di afferrarla. (Rai News)

Il gesto di inginocchiarsi è un rimando alla protesta del giocatore di football Colin Kaepernick, che in dissenso contro le ingiustizie subite dagli afroamericani negli Stati Uniti, smise di alzarsi in piedi durante l'inno nazionale statunitense, suonato e cantato all'inizio di ogni gara della NFL (Sky Tg24 )

400 arresti solo a Los Angeles. Quasi 400 persone sono state arrestate a Los Angeles sabato notte,lo scrive la Cnn citando il capo della polizia Michel Moore. Gli uomini della Guardia Nazionale non pattuglieranno le strade di Los Angeles, ma saranno di stanza presso specifiche attività commerciali per proteggerli dai danni, ha aggiunto Moore. (AGI - Agenzia Italia)

Proteste anche in diverse città statunitensi, da New York fino a Houston. Molti palazzi sono stati dati alle fiamme, compreso l'ufficio postale e la caserma di polizia. (La Repubblica)