Spunta la clausola nel contratto con Pfizer: «Se ci sono reazioni avverse al vaccino, paga lo Stato». Vaccini in ritardo, da Arcuri per ora solo una diffida

Open SALUTE

Parte con una diffida dall’Avvocatura dello Stato la causa che il commissario straordinario ha annunciato contro la società farmaceutica per i ritardi nelle consegne dei vaccini.

Il punto è che per i normali vaccini difficilmente si arriva alla firma di clausole di questo tipo.

Ma la cosa più importante, ha messo le mani avanti in caso di reazioni avverse alla somministrazione.

Il documento inviato ieri, 25 gennaio, chiede il «rispetto degli obblighi contrattuali relativi, anzitutto, alla mancata consegna di dosi destinate alla campagna di vaccinazione della popolazione italiana». (Open)

Se ne è parlato anche su altri media

La scorsa settimana il commissario Domenico Arcuri ha reso note delle modifiche rispetto alle consegne delle fiale di vaccino. E poiché qui è in discussione il numero di dose per fiala, questa circostanza che non permette di effettuare un raffronto e capire se effettivamente venga somministrata anche la sesta dose. (Wired Italia)

Numeri largamente disattesi che hanno fatto sbottare lo stesso Arcuri: "Stanno trattando i 27 Paesi europei come dei poveracci". La strada appare comunque difficile visto che, secondo quanto emerso, Pfizer nel contratto avrebbe sempre indicato consegne su base trimestrale e non settimanale. (Fanpage.it)

La speranza riposta in Astrazeneca avrebbe potuto salvare le cose con circa 16 milioni di dosi acquistate. Un numero non presente nella tabella di marcia della campagna vaccinale ancora prima dei rallentamenti annunciati. (Open)

Pur facendo parte dell’Unione Europea l’Ungheria ha autorizzato il vaccino russo senza aspettare l’agenzia europea del farmaco. Premetto che chi mi segue conosce benissimo la mia opinione sui vaccini e sull’importanza che io attribuisco alla sacrosanta libertà di scelta. (Radio Radio)

L'Europa però fren... Resa di Merck e istituto Pasteur Moderna: «Preparato efficace con le varianti inglese e sudafricana». (La Verità)