Coronavirus, Bonaccini: Comunicare cambio colore qualche giorno prima

LaPresse INTERNO

(LaPresse) – “Il tempo giusto per comunicare le chiusure delle attività a causa delle restrizioni dovute al coronavirus potrebbe essere qualche giorno prima, e non a distanza di 24 ore come è avvenuto fino ad ora”.

Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini, intervenendo a Skytg24.

“Ovviamente – ha sottolineato il governatore – è impossibile comunicare i cambi di colore troppi giorni o addirittura una settimana prima, in quanto i parametri presi in considerazione sarebbero troppo vecchi. (LaPresse)

Se ne è parlato anche su altri media

"Quello che come Regioni abbiamo chiesto al governo è di riflettere su interventi anche più mirati E ai cronisti ha spiegato che "la definizione di misure più dure non la faccio, parlo di misure adeguate. (ModenaToday)

Il primo decreto anti Covid dell'era Draghi era atteso dai più con un misto di curiosità e apprensione, come banco di prova di un eventuale cambio di rotta ( La novità, per ora, è che c'è un divieto in più. (La Verità)

A dirlo in un'intervista al Corriere della Sera il presidente dell'Emilia Romagna e della conferenza della Regioni, Stefano Bonaccini. Non e' cosi', dobbiamo evitare che dopo l'anno dell'unita' e della solidarieta', segua l'anno della rabbia sociale e della frustrazione. (ForlìToday)

Insomma, nelle aree di colore rosso il lockdown sarà ancora più rigido Il provvedimento contiene anche un'importante novità che riguarda le aree del Paese soggette a maggiori restrizioni: nelle zone rosse non varrà più la regole della visita concessa una volta al giorno a due adulti con figli minori di 14 anni, valida invece per le zone gialle e arancioni. (CesenaToday)

"Domenica abbiamo inviato al Governo le nostre prime proposte (pubblicate sul sito della Conferenza delle Regioni www. Il primo a brevissimo termine sui contenuti che dovrà avere il prossimo Dpcm per il contenimento dell’emergenza Covid-19. (ForlìToday)

«Ad oggi teatri e cinema sono chiusi in Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Portogallo, ma siccome l'Italia è l'Italia vorrei che fossimo i primi a riaprire. Bisogna evitare che dopo l'anno dell'unità e della solidarietà, segua l'anno della rabbia sociale e della frustrazione. (AltaRimini)