Facebook nella bufera, dipendenti e manager contro Zuckerberg: «Su Minneapolis non ha preso le distanze da Trump»

Il Messaggero ESTERI

«Lavoro a Facebook e non sono orgoglioso di come stiamo emergendo», posta Jason Toff, arrivato a Facebook come direttore del product management un anno fa.

Questa presa di posizione non era avvenuta invece su Facebook ed ecco perché Zuckerberg è finito sotto accusa .

«Mark sbaglia e farò ogni tentativo per fargli cambiare idea», twitta Ryan Freitas, responsabile del tema di design di News Feed di Facebook. (Il Messaggero)

Ne parlano anche altre fonti

5 Facebook si schiera dalla parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump contro Twitter. I dipendenti del social network hanno preso le distanze dal loro capo, criticato anche dai leader di tre gruppi a difesa dei diritti umani: Color of Change, The Leadership Conference on Civil and Human Rights e NAACP Legal Defense and Educational Fund. (Calciomercato.com)

Mark Zuckerberg a porte chiuse: “i post di Donald Trump mi hanno disgustato”. Nonostante Facebook pubblicamente abbia scelto un approccio alla moderazione dei contenuti diverso da quello di Twitter, una registrazione audio rivela l’opinione di Zuckerberg sui post di Donald Trump: «solo disgusto». (Lega Nerd)

Zuckerberg è comunque un industriale capace e sa che, nel caso di un cambiamento politico, queste scelte gli si ritorcerebbero contro. In effetti, la posizione personale di Mark Zuckerberg è chiaramente contraria alla propaganda trumpiana, ma l’azienda è schiava di dinamiche a lui aliene. (Lega Nerd)

Dopo averli filtrati, saremo in grado di eliminarli singolarmente o in gruppo. Manage Activity arriverà prima attraverso l’app mobile, anche se non conosciamo esattamente i tempi del rilascio. (MobileWorld)

Tutta la Big Tech contro le violenze razziali, e implicitamente contro chi l’hate speech - il linguaggio d’odio - lo fomenta, ossia Donald Trump, meno Mark Zuckerberg ed Elon Musk che rischiano grosso prendendo molto alla larga la tragedia dell’afroamericano morto per asfissia in Minnesota per mano di poliziotti bianchi. (L'HuffPost)

Lo scorso ottobre Zuckerberg ha organizzato all’Università di Georgetown a Washington un incontro sulla libertà di espressione e sulla censura. Semplicemente una scelta fatta in nome di quella che per Mark Zuckerberg è una bandiera da diversi anni: “La libertà di espressione”. (L'HuffPost)