Adescava bambine su WhatsApp: 30enne arrestato a Milano per violenza sessuale consumata virtualmente

Corriere Milano INTERNO

di Redazione Milano. Il predatore, con foto rubate, si spacciava per un 14enne e in questo modo convinceva le vittime a spogliarsi e compiere atti sessuali.

Con l’aiuto di uno psicologo la piccola ha raccontato tutto, compreso il rapporto sessuale online, permettendo di arrivare al trentenne.

L’uomo è stato arrestato e messo ai domiciliari dal Riesame.

Contro questa decisione il pm ha fatto opposizione sottolineando la gravità di lasciare un pedofilo in casa propria da solo

Nel pc dell’uomo sono state trovate 177 foto del bel ragazzino adolescente, usate per costruire la finta identità del predatore. (Corriere Milano)

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Adesca bambine su whatsapp a Milano: un tipo insospettabile. Per la Procura, infatti, l’induzione a comportamenti sessuali in una bambina che non ha comunque espresso volontà in tal senso è da considerarsi a tutti gli effetti un abuso Individuato ed arrestato a Milano è stato fermato, come detto in precedenza, con ben 40 capi d’accusa. (Nanopress)

Da quando chattava con lui, la ragazzina non era più la stessa e appariva spesso turbata e sempre più vulnerabile. Una misura che, secondo la procura, potrebbe istigare l'uomo a continuare ad adescare le ragazzine via internet (ilmessaggero.it)

40 i capi d’accusa contestati. Un trentenne insospettabile è stato accusato di “violenza sessuale consumata virtualmente” ai danni di 26 minorenni tra i 10 e 13 anni. Dall’analisi del falso profilo web, gli inquirenti hanno trovato 177 foto dello falso 14enne, leggermente modificate e molte di più di quelle delle vittime nude (361 Magazine)

Ascolta questo articolo. È un insospettabile uomo di 30 anni l’orco messo agli arresti domiciliari per aver compiuto violenza sessuale su almeno 28 bambine. Il 30enne si spacciava per un ragazzino di 14 anni, del quale aveva 177 foto sul telefono per convincere le sue vittime della sua identità. (Fidelity News)

Gli investigatori, dopo aver sequestrato il suo pc e gli smartphone, hanno trovato oltre un migliaio di immagini digitali a contenuto pedopornografico e sono riusciti a identificare 26 vittime, tutte minorenni Le indagini sono partite dalla denuncia di una studentessa di terza media di Ciriè adescata su whatsapp da "Luigi" (come si faceva chiamare l'uomo), che si spacciava per quattordicenne. (TorinOggi.it)

Quando le vittime decidevano di bloccarlo, il 33enne minacciava di divulgare le foto su internet. L'uomo le convinceva a spogliarsi per consumare rapporti sessuali virtuali: poi si faceva spedire foto e video. (QC QuotidianoCanavese)