Naufragio Cutro, in Pakistan la famiglia piange Shahida Raza

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In patria era una campionessa di hockey, è scomparsa al largo di Crotone. A Quetta in Pakistan la famiglia piange Shahida Raza, sarebbe una delle vittime del naufragio di Cutro. Aveva giocato nella nazionale femminile pachistana dal 2012 al 2013. Poi sposata e divorziata, l'anno scorso aveva lasciato Quetta e la sua famiglia d'origine per spostarsi in Turchia, alla ricerca di denaro e speranza di una cura per il figlio di tre anni, che ha un problema cerebrale. (Libero Tv )

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C'è anche lei tra le vittime del naufragio di Crotone, in Calabria. Di minoranza Hazara - da sempre perseguitata - aveva deciso di lasciare il Paese per l'Europa, la famiglia ha raccontato che nella sua decisione ha contato il recente divorzio dal marito. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (La Stampa)

Rintracciata dalla Bbc, parla la sorella della morta davanti alla spiaggia: «Mia sorella è partita perché voleva trovare le terapie migliori per curare suo figlio piccolo, disabile dopo essere stato colpito da un ictus quando aveva 40 giorni». (Corriere della Sera)

Aveva 27 anni ed era un giovane talento del calcio, oltre che capitana della squadra nazionale pachistana di hockey su prato: si chiamava Shahida Raza, ed è una delle 67 vittime del naufragio di Crotone (alfemminile.com)

C'era anche Shahida Raza sul barcone carico di migranti naufragato lo scorso fine settimana di fronte alle coste calabresi. Ventisette anni, era una calciatrice pachistana e una giocatrice di hockey su prato, ex capitana della nazionale del suo Paese. (Donna Moderna)

Lo ha raccontato alla Bbc la sorella di Shahida Raza, la 27enne giocatrice pachistana di hockey e calcio morta nel naufragio di Cutro. Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (Il Dispaccio)