Le mani della Cina sul "forziere" di Taiwan: perché l'isola è così importante

InsideOver ESTERI

Certo, il Dragone potrebbe comunque avventurarsi nelle profondità del Mar Cinese Meridionale, ma eliminando il problema Taiwan le operazioni diventerebbero ancora più semplici.

Se la Cina dovesse ottenere il controllo di Taiwan, la sua capacità di operare a est della prima catena di isole sarebbe assicurata

Anche perché, secondo alcune stime, il Mar Cinese Meridionale ospiterebbe qualcosa come circa 10miliardi di barili di petrolio e 25mila miliardi di metri cubi di gas. (InsideOver)

Ne parlano anche altri media

Attualmente sono solo 14 le nazioni (geopoliticamente non primarie) che riconoscono Taiwan come stato e di conseguenza non hanno rapporti ufficiali con la Cina. Da quel momento le due realtà rivendicano il ruolo di legittimi governatori della Cina intera (anche se negli ultimi anni Taiwan ha intrapreso una direzione diversa, più focalizzata sulla propria autonomia). (Vanity Fair Italia)

Nel 2021, le aziende di Taiwan hanno ricevuto $ 200,1 miliardi di ordini di esportazione dagli Stati Uniti, secondo il Servizio di ricerca del Congresso degli Stati Uniti In tutto, Taiwan ha esportato 188,91 miliardi di dollari in beni verso la Cina continentale e Hong Kong nel 2021. (Money.it)

La maggior parte delle potenze mondiali - tra cui Stati Uniti e Ue - ancora oggi non la riconosce come indipendente. Quasi tutte però vi intrattengono rapporti commerciali e diplomatici come se lo fosse (in foto, il presidente cinese Xi Jinping). (Sky Tg24 )

Ma uno scontro militare con gli Usa non è, nonostante lo sforzo profuso da Xi Jinping per ammodernare le proprie forze armate, la strada più agevole. Dunque al posto della strada delle armi Xi Jinping potrebbe scegliere la strada del consenso più o meno imposto (ilGiornale.it)

Mentre l’esercito Popolare di Liberazione cinese continua il suo minaccioso show attorno a Taiwan, lanciando missili fin nelle acque territoriali del Giappone che hanno causato non soltanto le indignate proteste dei nipponici ma dell’intera comunità internazionale (con l’eccezione, più che scontata, della Russia dell’amico Putin) , Xi Jinping, il potentissimo leader cinese, il “nuovo Mao”, come è stato spesso definito, deve vedersela con una nuova “spina nel fianco”, che rischia di diventare assai dolorosa, specie di fronte all’approssimarsi della data del nuovo Congresso del PCC, che vedrà – comunque, si può starne certi – la sua riconferma per un terzo, inedito mandato alla guida del Paese nei prossimi cinque anni (L'HuffPost)

La questio si trascinò per molti anni fino al 1972, allorquando il presidente USA Nixon, recandosi in visita ufficiale presso la Cina di Mao riconosceva la titolarità giuridica della Cina continentale. (La Gazzetta del Mezzogiorno)