Tumore del polmone, un anticorpo monoclonale può allungare la sopravvivenza

Sky Tg24 SALUTE

Prima dell'approvazione di durvalumab, per molti anni la chemio-radioterapia è stata l'unica opzione di trattamento disponibile, anche per questi pazienti

Lo hanno confermato i dati dello studio Pacific di fase 3, presentato in questi giorni nel corso del congresso dell'American Society of Clinical Oncology (Asco).

Secondo gli esperti, l’anticorpo monoclonale produce un beneficio definito “clinicamente significativo”, che si manifesta sia in termini di sopravvivenza globale sia in quelli di sopravvivenza libera dalla progressione, in tutti i malati che riscontrato buoni risultati dopo il trattamento chemio-radioterapico. (Sky Tg24 )

Se ne è parlato anche su altri giornali

E proprio i pazienti FGFR2b-positivi HER2-negativi sono stati coinvolti nello studio che ha valutato efficacia e sicurezza dell’anticorpo sperimentale bemarituzumab associato a chemioterapia rispetto al trattamento con sola chemioterapia. (La Repubblica)

Oggi la chemioterapia è il trattamento standard per questi pazienti, ma la prognosi rimane sfavorevole perché la sopravvivenza non supera i 10 mesi A confermarlo sono i risultati dello studio CheckMate-648, presentati sabato durante il Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO). (il Giornale)

I risultati presentati ad Asco mostrano una risposta completa nel 54% dei pazienti. Un terzetto di farmaci innovativi, disegnati per agganciare le cellule tumorali ed eliminarle nella maniera più specifica possibile. (La Repubblica)

Ad annunciarlo, la società farmaceutica Novartis che ha reso noti i risultati dello studio “Vision” svolto in fase 3. Adesso, grazie ad una nuova terapia, è stato possibile stabilire come si possa ridurre del 38% il rischio di mortalità per quei pazienti con tumore in stadio metastatico e resistente alla castrazione. (Sky Tg24 )