In Italia Sharbat Gula, la 'Monna Lisa afghana'

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AGI - Agenzia Giornalistica Italia INTERNO

All'epoca il suo nome non era noto, l'artista americano l'aveva incontrata in un campo profughi vicino Peshawar, una delle migliaia di afghani fuggiti in Pakistan dopo l'invasione sovietica.

ue occhi verdi che 'bucano' l'obiettivo, un velo rosso che incornicia un viso giovanissimo: è Sharbat Gula, la ragazza afghana ritratta dal celebre fotografo Steve McCurry e scelta per la copertina del National Geographic del giugno 1985. (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)

La notizia riportata su altri giornali

Era il 1984 quando Steve McCurry la fotografò in un campo profughi di Peshawar, un anno dopo Sharbat Gula era sulla copertina del National Geographic. Nel 2016 riuscì a tornare nel suo Paese, dove venne accolta dal presidente Ashraf Ghani, che le offrì un alloggio a Kabul (Today)

L’allora dodicenne, orfana pashtun, era stata ritratta da Steve McCurry nel 1984 in un campo profughi al confine tra Afghanistan e Pakistan durante l’occupazione sovietica del Paese, e rintracciata decenni dopo: solo allora era finalmente emersa l’identità dietro quello sguardo sconvolgente. (Artribune)

E’ molto diversa da quando McCurry la ritrasse in un campo profughi della città pachistana di Peshawar. Gula era una bimba di appena sette anni quando nel 1979 il suo Paese venne invaso dall’Unione Sovietica ed è rimasta suo malgrado per tutta la vita alla mercé di una guerra senza fine. (Il Fatto Quotidiano)

Grazie anche all’intercessione dello stesso Steve McCurry, la ragazza afghana, oggi donna quasi cinquantenne, è tra i 1.200 profughi portati in salvo dall’Italia attraverso un corridoio umanitario. enne resa celebre dalla foto di Steve McCurry. (TIMgate)

uegli occhi verdi pieni di paura e orrore per ciò che a soli 12 anni ha dovuto vedere, perdere e subire, fanno parte di tutti noi: la ‘ragazza afghana’ oggi ha 48 anni e da quando è stata fotografata per la prima volta da Steve McCurry, di cose – forse ancor più indicibili – ne ha viste. (Il Messaggero)

harbat Gula ora è al sicuro a Roma. E’ molto diversa da quando McCurry la ritrasse in un campo profughi della città pachistana di Peshawar. (Gazzetta di Parma)