Covid, pochi dati sul mix di vaccini, l'Ema: "Monitorare attentamente". I dubbi di chi deve ricevere la seconda dose possono rallentare la campagna di vaccinazione

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Al contempo, per quanto riguarda i vaccini contro il Covid, sul mix si hanno poche informazioni a disposizione.

Una strategia autorizzata dall’Italia dopo che le autorità sanitarie hanno bloccato la somministrazione del vaccino AstraZeneca agli under 60.

In occasione della conferenza stampa del 17 giugno, l’Ema ha parlato del mix di vaccini, ossia della seconda dose con un vaccino diverso da quello somministrato in occasione della prima dose. (News Mondo)

Ne parlano anche altre fonti

Spetta agli Stati membri decidere se vogliono usarlo in due dosi o preferire, per qualche ragione, dare la seconda dose con un vaccino Rna messaggero” aggiunge Cavaleri (AssoCareNews.it)

A dirlo Marco Cavaleri, Dirigente medico dell'Ema, che ha aggiunto: "Da una prospettiva dell'Ema non è facile in questa fase esprimere una netta raccomandazione sul mix di vaccini Covid, anche perché non è chiaro se la compagnia abbia interesse a chiedere l'autorizzazione per aggiungere informazioni sul prodotto. (triestecafe.it)

Quanti sono stati i casi di trombosi dopo il vaccino anti Covid di AstraZeneca? Secondo quanto emerso dai dati, su 45 milioni di vaccinati con il vaccino a vettore virale si contano 405 casi di potenziali trombosi. (L'Occhio)

Sulla base delle prove che abbiamo questo non è problematico. “Abbiamo visto sulla base dei dati del Regno Unito che la prima dose del vaccino di Astrazeneca è efficace contro la variante Delta, ma una seconda dose aumenterebbe la protezione in modo significativo. (Farodiroma)

Ema trombosi AstraZeneca, Cavaleri: “Su mix di vaccini abbiamo ancora dati limitati”. Il responsabile dei vaccini dell’Agenzia Europea del farmaco Marco Cavaleri sempre nel corso del briefing di Ema con la stampa ha messo in evidenza come sulle somministrazioni eterologhe (il cosiddetto “mix dei vaccini”), non si avrebbero sufficienti dati. (Yahoo Finanza)

Ma non appena avremo più dati, ad esempio dallo studio britannico, valuteremo se fare una dichiarazione sul mix”. “Sulla base delle prove che abbiamo questo non è problematico, ma il livello di prove è basso e perciò occorre restare vigili”. (Agenpress)