Cosmo: “Gioco col corpo e amo i suoni essenziali. Non faccio solo dischi politici ma sto dalla parte di Ghali”

Aggregazione, socialità, riflessione. Sono le parole d’ordine dei concerti di Cosmo, il cantautore piemontese sempre più capace di coniugare la club music con le tensioni emotive, politiche e poetiche del cantautorato. Al secolo Marco Jacopo Bianchi, sceglie di nuovo Firenze per un debutto nazionale: dopo aver presentato in anteprima al Festival dei Popoli Antipop, il documentario biografico su d… (La Repubblica Firenze.it)

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Tour nei club 2024, questo è il nome che il cantante piemontese ha scelto per portare in giro per l’Italia tutti i pezzi del suo ultimo album, Sulle ali del cavallo bianco, uscito il 15 marzo. – Pochi giorni ancora e prenderà il via il tour di Cosmo nelle principali città italiane. (LA NAZIONE)

Si chiama Marco Jacopo Bianchi, è nato ad Ivrea nel 1982, ma tutti lo conoscono come Cosmo. Letteralmente tutti, perchè Cosmo con la sua musica negli ultimi vent’anni, dai tempi dei Drink To Me, band cult del circuito indie torinese, in particolare negli ultimi dieci come solista, ha messo d’accordo mondi che sembrano distanti anni luce. (Open)

Un cavallo alato che si alza in volo dalle onde del mare. «È un simbolo di libertà», così Cosmo illustra la cover del suo ultimo album «Sulle ali del cavallo bianco», quinto episodio della sua carriera solista, uscito il 15 marzo e in tour nei club quasi interamente sold out a partire dal 30 a Firenze (Corriere della Sera)

Nel fitto panorama musicale italiano, Cosmo rappresenta quasi un unicum. (Onda Rock)

Un cavallo alato che emerge dalle onde del mare: è la cover di “Sulle ali del cavallo bianco”, l’ultimo album di Cosmo, cantautore che ha fatto della libertà il suo mantra. E proprio la libertà è al centro della sua decisione di vietare i cellulari ai concerti del suo tour. (Orizzonte Scuola)

Gli sperimentatori che si “masturbano” con gli strumenti, i suoni, gli arrangiamenti, le citazioni musicali – facendo se possibile abbinamenti assurdi – sono inevitabilmente in un trip tutto loro e rischiano quindi di non comunicare in modo efficace con l’esterno». (La Stampa)