Caso Regeni, i giudici annullano il rinvio a giudizio per gli 007 egiziani

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Si riparte quindi dall'udienza preliminare.

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I giudici, dopo una camera di consiglio durata oltre cinque ore, hanno annullato l'atto con cui il gup ha disposto il rinvio a giudizio degli imputati nel maggio scorso.

Il giudice dovrà utilizzare tutti gli strumenti, compresa una nuova rogatoria con l'Egitto, per rendere effettiva e non solo presunta la conoscenza agli imputati del procedimento a loro carico. (Corriere TV)

Ne parlano anche altri media

Il primo processo sul sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni neanche inizia che già deve ricominciare. Gli imputati, dunque, non sono stati raggiunti da alcun atto ufficiale“. (Il Fatto Quotidiano)

Se è vero che portare la ricerca della verità sulle responsabilità dell'omicidio di Giulio Regeni sin qui, in un'aula di Corte di Assise, è stato complesso e, diciamolo, insperato, e se la notizia che la Presidenza del Consiglio dei ministri e la famiglia di Giulio saranno insieme parti civili nel processo è una premessa carica di un formidabile significato e peso politici, processuali, e simbolici, è altrettanto vero che la partita è tutt'altro che chiusa (La Repubblica)

Da parte loro per 5 anni c’è stata una volontaria sottrazione, vogliono fuggire dal processo. Si è tenuta oggi, 14 ottobre, la prima udienza del processo a carico di quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore Giulio Regeni nel febbraio del 2016. (Open)

I giudici, dopo una camera di consiglio durata oltre cinque ore, hanno annullato l’atto con cui il gup ha disposto il rinvio a giudizio degli imputati nel maggio scorso. La decisione è legata all’assenza in aula degli imputati, nodo affrontato nella prima udienza. (Gazzetta di Parma)

E sono stata poi espulsa senza sapere il perché”. Sono stata trattenuta, portata in un ufficio dove si sa che le persone spariscono. (Il Fatto Quotidiano)

Nella foto i genitori di Giulio, Claudio Regeni e Paola Deffendi, e la sorella Irene. Il processo ai quattro 007 egiziani, accusati del sequestro e della morte di Giulio Regeni, è venuto meno perché a parere della corte d’assise di Roma “il decreto che disponeva il giudizio era stato notificato agli imputati comunque non presenti all’udienza preliminare mediante consegna di copia dell’atto ai difensori di ufficio nominati, sul presupposto che si fossero sottratti volontariamente alla conoscenza di atti del procedimento”. (L'HuffPost)