La chiamano «scozzese» ma viene dal Sudafrica. Cosa sappiamo davvero della nuova variante Covid

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Per avere informazioni analoghe su tutto il Regno Unito dovremo ancora attendere.

La mutazione che preoccupa maggiormente, perché associata in alcuni studi preliminari a una potenziale maggior virulenza e/o capacità di eludere le difese immunitarie, è la E484K, presente nella variante scozzese.

Il lignaggio B.1.525 è strettamente imparentato con quello 501Y.V2 emerso in Sudafrica, e non dimostra di essere più preoccupante. (Open)

Se ne è parlato anche su altri media

Quindi le ultime campagne vaccinali contro l’influenza e l’adesione maggiore hanno funzionato? «Consideriamo che i tamponi per l’influenza non venivano fatti alla popolazione generale, bensì esclusivamente agli ospedalizzati. (Open)

South Plainfield (USA) – È ufficialmente iniziata la seconda parte dello studio clinico FITE19, in corso per valutare la molecola sperimentale PTC299 nel trattamento dei pazienti con COVID-19. COVID-19, iniziata la seconda parte dello studio clinico su PTC299. (Osservatorio Malattie Rare)

A questo meccanismo si aggiunge l’effetto del nostro sistema immunitario, responsabile di operare una selezione delle varianti sulla base della capacità degli anticorpi di riconoscerle. (Corriere della Sera)

Al momento la certezza è che una percentuale significativa di pazienti COVID va incontro alla perdita di capelli, il cui meccanismo biologico alla base deve essere ancora pienamente compreso Non è chiaro se il coronavirus SARS-CoV-2 scateni una risposta autoimmune verso i follicoli piliferi, rendendoli incapaci di produrre capelli a tempo indeterminato. (Scienze Fanpage)