Anche il “Dna spazzatura” responsabile del cancro: la scoperta del Ceinge di Napoli

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Il "Dna spazzatura" è quello che gli studiosi considerano non avere un ruolo funzionale nelle attività biologiche della cellula.

La ricerca di mutazioni del DNA è, quindi, diventata più immediata, ma sempre non semplice.

Utilizzando la Next Generation Sequencing, tecniche di sequenziamento del Dna molto avanzate, gli studiosi hanno osservare che nel "Dna spazzatura" sono presenti mutazioni che possono portare allo sviluppo di un tumore. (Napoli Fanpage.it)

Su altre fonti

Proprio in queste regioni poco studiate del Dna, infatti, possono annidarsi pericolose mutazioni capaci di alimentare uno dei tumori del sistema nervoso più aggressivi e diffusi tra i bambini: il neuroblastoma. (La Repubblica)

È il risultato dello studio conseguito dai ricercatori di Ceinge-Biotecnologie avanzate di Napoli, grazie a sofisticate tecniche di sequenziamento genetico applicate a uno dei tumori del sistema nervoso più aggressivi e diffusi tra i bambini. (Il Fatto Quotidiano)

Gli scienziati lo hanno chiamato “DNA spazzatura”, Junk DNA. È quella porzione del genoma che, secondo le attuali conoscenze, non ha un ruolo funzionale nelle attività biologiche della cellula. (La Repubblica)

Il sistema computazionale sviluppato dalla scienziata è stato allenato a predire in quale misura ogni sequenza di DNA possa influenzare l'espressione genica. Le mutazioni nelle regioni di DNA che codificano per le proteine sono responsabili al massimo del 30% dei casi di autismo negli individui senza una storia famigliare di questa condizione. (Focus)

Gli specialisti, grazie a sofisticate tecniche di sequenziamento genetico applicate proprio al neuroblastoma, hanno dimostrato che il proprio il “Dna spazzatura” potrebbe perfino custodire le radici di quei tumori di cui ancora non si sono scoperte le cause genetiche. (Sky Tg24 )

Il resto – il 98 per cento circa – era stato ribattezzato junk DNA, DNA spazzatura, perché tradizionalmente considerato inutile. Questa visione è cambiata in anni recenti, quando si sono accumulate sempre più prove che alcune parti di quel DNA hanno importanti ruoli di regolazione dell’espressione dei geni codificanti. (Le Scienze)