L'Istat fotografa lo stato di salute dell'Italia. L'austerità ha distrutto economia e sanità

L'AntiDiplomatico INTERNO

Nel 2008 la forza lavoro non utilizzata ammontava a 4.400.000, il 20% in meno (di cui 1.600.000 disoccupati e 2.800.000 forze lavoro potenziali).

Come se non bastasse, l’offerta di posti è fortemente eterogenea tra territori, a sfavore delle aree meno ricche.

Gli inattivi di 15-64 anni, si sono ridotti dal 2008 al 2019 di quasi 1.200.000 (-8,2%), prevalentemente però per l’aumento dei disoccupati (+900.000). (L'AntiDiplomatico)

La notizia riportata su altri media

La ricerca voluta dal Governo italiano sulla popolazione italiana per accertare la diffusione del nuovo coronavirus è destinata ad un mezzo fallimento. Ora se si vorrà riprovare con un nuovo campione, bisognerà ordinare una nuova partita da 150mila kit per test sierologico, mentre quelli fatti sono solo da buttare. (Sputnik Italia)

Un ulteriore elemento di resilienza,conclude lo studio Istat, è legato al fatto che nelle imprese produttive e sistemiche si riscontra una maggiore tendenza sia verso strategie espansive (28,7%) sia verso strategie di riorganizzazione (43,4%). (Adnkronos)

Rispetto al profilo, le imprese più produttive e maggiormente integrate nel tessuto economico manifestano una prevalenza di strategie improntate alla riorganizzazione (43,4%) rispetto all’espansione (28,7%). (Adnkronos)

Sempre in termini congiunturali diminuiscono, per la prima volta dallo scorso agosto, le vendite di beni alimentari. Su base tendenziale a maggio si registra una diminuzione delle vendite del 10,5% in valore e dell'11,9% in volume. (Milano Finanza)

Maggio, con la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, porta nel commercio al dettaglio un aumento delle vendite rispetto ad aprile del 24,3% in valore e del 25,2% in volume con «un parziale recupero» dei forti cali dei due mesi precedenti. (Gazzetta di Parma)

A queste si aggiungono il 61,5% delle aziende dello sport, cultura e intrattenimento (con 3,4 miliardi di euro di valore aggiunto e circa 700 mila addetti). Il pericolo di chiudere è più altro tra le micro imprese (40,6%) e la piccole (33,5%) ma è «significativo» anche tra le medie (22,4%) e le grandi (18,8%). (Leggo.it)