Dopo la FRancia anche gli Usa cacciati dal Niger. Arrivano i russi. E restano gli italiani

il manifesto ESTERI

Il Dipartimento di Stato Usa avrebbe dato l’ok per un ritiro “ordinato e responsabile” dei militari statunitensi dal Niger. La svolta segue l’incontro avvenuto venerdì tra il vice-segretario di Stato Kurt Campbell e il premier del governo di transizione nigerino Ali Mahaman Lamine Zeine. Ed è stata preceduta da manifestazioni di piazza che chiedevano a gran voce il ritiro delle truppe Usa. A cui la giunta militare che ha assunto il potere a Niamey nel luglio 2023, destituendo il presidente Bazoum, all’indomani del golpe aveva dato già dato un avviso di sfratto. (il manifesto)

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E così, dopo il ritiro delle truppe francesi, nel bollente Paese del Sahel rimarranno solo poche centinaia di soldati europei. Entro pochi mesi, la bandiera a stelle e strisce sarà ammainata dalla base militare di Agadez. (ilmessaggero.it)

Gli Stati Uniti hanno accolto la richiesta della giunta militare del Niger di ritirare gli oltre suoi 1.000 soldati presenti nel Paese. Secondo quanto riferito all'Afp da funzionari Usa in condizioni di anonimato, la decisione è stata presa in un incontro a Washington tra il vicesegretario di Stato Kurt Campbell e il primo ministro della giunta, che ha esautorato il governo eletto lo scorso anno. (la Repubblica)

Nel nostro Paese, il Niger, e nei dintorni, entrambi i fattori in gioco sono essenzialmente costituiti dalla ‘sabbia’. La geografia e la politica, in un contesto di concorrenza o egemonia per il potere, si articolano e sviluppano attorno a questo elemento unico che ne definisce l’identità e l’immaginario. (Il Fatto Quotidiano)

Lo hanno annunciato alcune fonti statunitensi. Gli Stati Uniti hanno dato il loro accordo per il ritiro dal Niger dei loro 1.000 militari che sono impegnati sul posto per la lotta contro la jihad islamica. (Il Piccolo)

I militari americani lasceranno il Niger, abbandonando così tutta l’attività antiterrorismo nel Sahel, la grande sorgente dell’onda jihadista che si sta espandendo nell’intera Africa centrale. (la Repubblica)

La decisione ha fatto seguito all’annuncio della giunta golpista di Niamey, chiamata Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp), e ai colloqui tra le due parti, durante i quali il vicesegretario di Stato Usa Kurt Campbell ha detto al primo ministro nigerino Ali Lamine Zeine che Washington non è d’accordo con la svolta del Paese verso Russia e Iran. (ilGiornale.it)