Leucemia linfatica cronica: nuovo farmaco migliora la vita dei pazienti

La Repubblica SALUTE

I pazienti trattati con acalabrutinib hanno mostrato un'incidenza significativamente inferiore in termini di fibrillazione atriale, un endpoint secondario chiave, rispetto ai pazienti trattati con ibrutinib (9,4% contro 16,0%).

Gli eventi avversi. È stata osservata una minore frequenza di eventi avversi (EA) con acalabrutinib rispetto a ibrutinib, inclusi eventi avversi comuni inferiori, eventi avversi di grado 3 o superiore, eventi avversi gravi, interruzioni del trattamento dovute a eventi avversi ed eventi cardiaci complessivi. (La Repubblica)

La notizia riportata su altre testate

E' quanto emerge dai risultati finali dello studio di fase III Elevate-Rr che hanno dimostrato una sopravvivenza libera da progressione e un minor numero di eventi di fibrillazione atriale con l'uso di acalabrutinib rispetto all'ibrutinib, farmaco attualmente utilizzato. (Giornale di Sicilia)

I pazienti trattati con acalabrutinib hanno mostrato un’incidenza statisticamente significativamente inferiore in termini di fibrillazione atriale, un endpoint secondario chiave, rispetto ai pazienti trattati con ibrutinib (9,4% contro 16,0%). (Quotidiano Sanità)

Il profilo di sicurezza e la tollerabilità di acalabrutinib nello studio ELEVATE-RR si sono mostrati coerenti con quelli degli studi precedenti. Acalabrutinib ha ricevuto lo scorso anno l’approvazione dell’agenzia europea del farmaco (EMA) per il trattamento della leucemia linfatica cronica su più linee di trattamento. (PharmaStar)

– ROMA, 09 GIU – Contro la Leucemia linfatica cronica. Fonte Ansa.it (Corriere Quotidiano)

I tassi di PFS stimati a 48 mesi per acalabrutinib più obinutuzumab o in monoterapia sono stati rispettivamente dell’87% e del 78%, rispetto al 25% per clorambucile più obinutuzumab La fibrillazione atriale è una frequenza cardiaca irregolare che può aumentare il rischio di ictus, insufficienza cardiaca e altre complicazioni legate al cuore: complicazioni particolarmente rischiose per la popolazione con leucemia linfatica cronica. (Quotidiano Sanità)

Così Paolo Ghia, ordinario di Oncologia Medica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, coordinatore del Programma Strategico di Ricerca sulla leucemia linfatica cronica dell’Ospedale San Raffaele e principal investigator per l’Italia degli studi ELEVATE illustra i risultati dello studio ELEVATE-RR presentato nel corso del meeting dell’American Society of Clinical Oncology. (HealthDesk)