Arrestati gli studenti pro-Palestina alla Columbia University, nel nome di combattere l’antisemitismo torna il rischio di censura

Il Giornale d'Italia ESTERI

Nel settembre del 2023 esplosero le polemiche sulle proteste anti-Israele in alcune delle più importanti università americane. Le presidenti di Harvard, University of Pennsylvania e MIT furono portate davanti al Congresso e sottoposte a domande aggressive con uno scopo preciso: definire le critiche ad Israele come l’equivalente di un appello al genocidio contro gli ebrei, senza considerarne i meriti. (Il Giornale d'Italia)

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Ogni anno, per la cerimonia di laurea, è tradizione per le università americane selezionare uno studente che si è distinto per tenere il discorso di commiato. Alla USC di Los Angeles, l’onore di quest’anno è andato ad Asna Tabassum, figlia di immigrati musulmani dell’Asia meridionale, che si è laureata con lode in bioingegneria. (il manifesto)

Per la prima volta in oltre 50 anni le autorità della Columbia University hanno chiamato la polizia per rispondere alle proteste studentesche sul campus, che ha compiuto oltre 100 arresti. Le manifestazioni pro-palestinesi, in coincidenza con l'audizione a Capitol Hill della presidente dell'ateneo Minouche Safik sull'antisemitismo nei campus, sono andate avanti per due giorni nonostante l'impegno preso al Congresso dalla Safik di voler reprimere le proteste non autorizzate. (La Stampa)

Stavolta sono stati fermati una settantina di studenti che avevano montato un accampamento di tende davanti alla storica Butler Library. Per abbondanza di cautela ho autorizzato la polizia a demolire l'accampamento. (Corriere del Ticino)

Columbia University chiama la polizia per proteste antisemite (La Gazzetta del Mezzogiorno)