Fed lascia tassi invariati al 5,25%-5,5%. Powell parla di ‘assenza di progressi’ su inflazione

Borse.it ECONOMIA

La Federal Reserve ha lasciato i tassi sui fed funds invariati al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%, al livello più alto in più di 20 anni, come da attese. L’annuncio è arrivato ieri, mercoledì 1° maggio, al termine della riunione di politica monetaria del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che era iniziata nella giornata di mercoledì, 30 aprile. Nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, il presidente della banca centrale americana Jerome Powell ha citato da un lato “l’assenza di progressi” da parte dell’inflazione Usa nel riuscire a salire in modo sostenibile al ritmo desiderato dalla Fed, pari al 2%; dall’altro lato, Powell ha escluso il rischio che la Fed torni ad alzare i tassi. (Borse.it)

Su altre fonti

La Fed lascia i tassi invariati ai massimi da 23 anni. La banca centrale statunitense, come ampiamente previsto dagli economisti, il 1° maggio ha lasciato il costo del denaro fermo tra il 5,25% e il 5,50%. (Milano Finanza)

Acquisti su petrolio e oro. A Milano occhio a Leonardo, Tenaris, Mfe Diversi i dati macro Usa in uscita. (Milano Finanza)

SPONSORED POST Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha affermato che è improbabile che la prossima mossa della banca centrale sarà un aumento dei tassi. In seguito a questo annuncio, si è assistito a un rally per le tre medie principali, con il Dow che è salito di oltre 500 punti nel suo massimo della sessione. (Cryptonomist)

La Fed non solo ha lasciato i tassi invariati ai massimi di 23 anni, ma fa capire che ci sarà solo un taglio dei tassi quest’anno (FIRSTonline)

Ma non finisce qui. Da giugno la banca centrale americana imporrà un tetto di 25 miliardi di dollari al mese ai Treasury, dai 60 attuali, mantenendo a 35 miliardi quella dei mortgage-backed securities. (Wall Street Italia)

La Federal Reserve, come ampiamente previsto, ha lasciato invariati i tassi di interesse USA, in risposta ad una inflazione ancora troppo alta e ad una crescita che resta robusta. (LA STAMPA Finanza)