Siccità, le richieste di Confcooperative Sicilia: "Fare come in Emilia-Romagna"

FocuSicilia INTERNO

“La Sicilia è indietro almeno di un anno nel contrasto alla siccità, una piaga oggettiva e conclamata da tempo, ma solo adesso riconosciuta come emergenza reale”. In vista del tavolo di concertazione convocato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, Confcooperative Sicilia chiarisce la propria posizione e preannuncia l’intenzione di non accettare nessun “pannicello caldo”. “Ci aspettiamo misure come in Emilia-Romagna” Il presidente regionale di Fedagripesca, Nino Accetta e il delegato per le Questioni Agricole, Alessandro Chiarelli entrano subito nel merito. (FocuSicilia)

La notizia riportata su altri giornali

Chi lo conosce racconta di un presidente della Regione furioso, perché è stata da lui considerata sproporzionata e per nulla adatta a contrastare gli effetti della siccità, la relazione allegata alla richiesta di stato di emergenza nazionale, inviata da Palazzo d’Orleans al governo Meloni. (Giornale di Sicilia)

Si andrà incontro a una stagione estiva molto difficile, specialmente se già in questo aprile inizierà a fare caldo (Tempo Stretto)

I fondi servirebbero per gli interventi negli invasi, negli impianti per utilizzo di volumi morti con nuove interconnessioni e adduttori, al reperimento di nuove risorse idriche ad uso potabile (dissalatori fissi), per l’utilizzo di pozzi e sorgenti, per l’elaborazione di programmi di riduzione dei consumi, per le campagne di informazione e sensibilizzazione al risparmio idrico e per l’individuazione di risorse alternative come dissalatori mobili, navi con funzioni di dissalatori e autobotti. (BlogSicilia.it)

La prolungata siccità riapre la ferita mai rimarginata di un servizio idrico inadeguato, e, di più, assolutamente precario. (Sicilia ON Press)

Siccità: la Regione Sicilia chiede al governo Meloni le navi cisterna e fa i conti (salatissimi). Perché “caldo e siccità sono effetto del cambiamento climatico in corso che colpisce tutta Europa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Perché la maledetta parola “emergenza”, perenne miserabile squillo di tromba in un Paese appisolato e imprevidente, deve echeggiare con petulante stupidità quando sappiamo tutti, e da quel dì, che non c’è, né è mai esistita, nessuna emergenza, né idrica, né sismica, agricola, industriale, sanitaria, sociale, politica, istituzionale: c’è solo un costante trascurare le cose in attesa che le cose si sfascino? Si legge che nella Sicilia assetata ci sono tre grandi dissalatori dismessi da vent’anni. (la Repubblica)