Il carcere di Torino è sovraffollato: 400 detenuti oltre la capienza

La Stampa INTERNO

Dopo il suicidio in carcere del 31enne di origini equadoregne Fabrizio Alvaro Nunez nella sua cella del carcere – dove non avrebbe dovuto stare visto che a novembre era stato deciso il suo trasferimento in una Rems - la situazione nell’istituto penitenziario di Torino sta diventando esplosiva. E il sindacato Osapp, l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, torna alla carica evidenziando che la situazione al Lorusso e Cutugno non è più gestibile per una serie di fattori. (La Stampa)

La notizia riportata su altre testate

La denuncia arriva dal Segretario Generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci che dichiara: “Siamo fuori controllo in tutte le carceri del distretto e italiane, peggio del Far West, il sovraffollamento è spaventoso, ad esempio, nel carcere di Torino: a fronte di una capienza di circa 1090 detenuti sono presenti circa 1500 detenuti. (TorinOggi.it)

BIELLA – “Situazione devastante, c’è il Far West nelle carceri. Basta slogan, basta chiacchiere”. (La Provincia di Biella)

Fabrizio Alvaro Nunez Sanchez, arrestato per tentato omicidio per aver accoltellato il padre, era detenuto nel carcere Lorusso e Cutugno, del capoluogo piemontese. (La Repubblica)

“Nella giornata di ieri, verso le 15, un detenuto italiano ristretto presso la VI Sezione del Padiglione A ha colpito con un violentissimo pugno al volto ad un agente per futili motivi. (TorinOggi.it)

La salute mentale in carcere Ma che cosa ci faceva in prigione Alvaro Fabrizio Nuñez Sanchez, detenuto di 31 anni, affetto da gravi patologie psichiatriche, suicidatosi nel carcere di Lorusso e Cutugno, a Torino, lo scorso 24 marzo? Niente, assolutamente niente. (LA NAZIONE)

Suicidi in carcere Nel 2022 sono 85 i detenuti che si sono tolti la vita: sette al mese. Nel 2023 i suicidi sono stati 69: 6 al mese. Nel primo trimestre del 2024 oltre 20. Sono spesso giovani, a volte con solo pochi mesi di carcere davanti, che sentono di non avere speranza. (L'HuffPost)