Blitz sulle regole per i politici in tv. L'opposizione: aiuta chi è al governo

Corriere Roma INTERNO

Maggioranza divisa e opposizione compatta. Alla vigilia del voto di oggi in commissione di Vigilanza Rai sul nuovo regolamento televisivo dell’Autorità per le comunicazioni delle prossime elezioni europee, la situazione è questa. FdI, Lega e Noi Moderati tengono il punto sui loro emendamenti, mentre Forza Italia non assicura il proprio sostegno e si propone per una mediazione. Le opposizioni invece, mettendo da parte le divisioni che si sono manifestate sulla scelta dei candidati delle Regionali, hanno ritrovato l’unità contro quello che definiscono un tentativo di censura della maggioranza. (Corriere Roma)

La notizia riportata su altri giornali

Noi non la amiamo molto: fu fatta contro Berlusconi. In un’intervista al Corriere della Sera, ricorda: “Una legge sulla par condicio c’è già. (L'Opinione delle Libertà)

«Ormai siamo a un passo dall'Eiar: il passaggio definitivo dal servizio pubblico a quello di Stato e di governo», ha detto il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani a proposito degli emendamenti sulla par condicio nelle trasmissioni Rai proposti dalla maggioranza in vista delle prossime elezioni (left)

Gli emendamenti, voluti dal centrodestra, non sono stati firmati da Forza Italia, che chiede dei chiarimenti ai suoi partner di maggioranza. (Open)

Chi spinge per modificare il regolamento in modo da dare più spazio al governo sono tutte le forza di maggioranza, tranne Forza Italia. Ore di tensione in Vigilanza Rai mentre ci si avvia all’approvazione delle regole per la Par condicio in vista delle prossime elezioni Europee (Il Fatto Quotidiano)

Solo che la proposta di modifica, presentata da Fratelli d'Italia, ricalca in tutto e per tutto una previsione che era già contenuta nelle regole approvate in Commissione di Vigilanza Rai nel 2019, con il secondo governo guidato da Giuseppe Conte. (ilGiornale.it)

Da una parte, contingentare gli spazi di visibilità degli attori politici può tradursi in una menomazione della libertà d’espressione; dall’altra, astenersi dal disciplinarli può produrre discriminazioni nell’accesso ai mezzi d’informazione. (Il Messaggero)