Pedopornografia, in chat migliaia di file "raccapriccianti". Arrestato anche un sacerdote

QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Il resto è stato possibile seguendo le tracce informatiche lasciate in rete dagli internauti

L'arrestato in Puglia è il creatore del canale a pagamento oggetto dei primi accertamenti, un ragazzo all'epoca dei fatti minorenne.

Il materiale pedopornografico veniva divulgato previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all'iscrizione al canale.

L'attività, diretta dalla Procura di Torino e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni - Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online, ha riguardato tutto il territorio nazionale, impegnando nelle perquisizioni 11 Compartimenti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altre testate

Per la campagna messa in piedi in tutto il territorio nazionale sono state arrestate di tre persone in Piemonte, Campania e Puglia e sequestrate migliaia di files. Nei giorni scorsi è stata sgominata una rete di diffusione e scambio sul web di materiale pedopornografico. (Il Riformista)

Una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online quella svolta dagli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino che ha permesso di sgominare una rete di utenti italiani che utilizzava una nota piattaforma di messaggistica per scambiare materiale pedopornografico. (Torino Top News)

SMANTTELLATA RETE PEDOPORNOGRAFICA. (Cronaca Qui)

Dopo una prima fase preparatoria alcuni agenti si sono infiltrati nella chat ricavando elementi utili alla prosecuzione e alla conclusione dell'indagine. "Particolarmente interessante - si legge in una nota della polizia postale - si è rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all’iscrizione al canale, anch’esso oggetto di accertamenti nel corso dell’indagine. (GenovaToday)

Particolarmente interessante si è rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all’iscrizione al canale, anch’esso oggetto di accertamenti nel corso dell’indagine. (Prima Lecco)

A fondamento delle perquisizioni sono stati posti gli esiti dell’attività 'sotto copertura' condotta dai poliziotti del Capoluogo piemontese. (TGR – Rai)