France: recensione del film di Bruno Dumont in concorso al Festival di Cannes 2021

Una satira spuntata sull'informazione, la politica e la vita nel XXI secolo, che mira a mettere alla berlina la falsità del mondo ma finisce col risultare fasulla per prima.

La protagonista del suo film - una giornalista televisiva famosissima, ambiziosa e un po' (tanto) manipolatrice - si chiama France: che il regista stia cercando di dirci qualcosa?

News Cinema. Il regista francese racconta la storia di una giornalista narcisista e manipolatrice che entra in crisi, ma non migliora. (ComingSoon.it)

Su altri media

Che sia la guardia carceraria modella di nudo nella commedia di Wes Anderson, che sia la misteriosa donna che fa perdere la testa al comandante Jakob in The story of my wife, che sia la spietata conduttrice del film di Bruno Dumont (France) o l'amante inglese dello scrittore Philip Roth nel film di Arnaud Desplechin Tromperie, Léa Seydoux è ovunque qui a Cannes ma non alla Croisette (la Repubblica)

Ma un giorno tampona Baptiste, un povero diavolo che fa consegne a domicilio, e il suo piccolo circo mediatico collassa. France ripiega su una clinica privata e progetta la redenzione davanti alle montagne svizzere e tra le braccia di un amante occasionale. (MYmovies.it)

Non sarà francese ma Apichatpong Weerasethakul è un abitudinario della Croisette (dove vinse anche una Palma d’Oro) e anche quest’anno ha deciso di tornare per presentare il suo Memoria, dove primeggia una splendida Tilda Swinton venerdì 16 luglio 2021 - Gallery. (MYmovies.it)

Lei è France Les Meurs (moeurs, che in francese indica i costumi di un Paese, si scrive diversamente ma quello è il senso). Non è un azzardo pronosticare la Palma da interprete femminile per un’attrice senza frontiere (è stata anche una Bond-Girl col cervello) di sicuro talento. (L'HuffPost)

Prima ancora di essere una giornalista France de Meurs è una regista, il linguaggio dei suoi servizi televisivi è quello del cinema, la sua è una messa in scena totale, e totalmente consapevole. E allora il cinema deve avere il coraggio di spingersi ancora un passo oltre, superando di nuovo le miserie del televisivo (quinlan.it)