Comuni, rischio raddoppio per la Tari con lo stop alle assimilazioni

Il Sole 24 ORE ECONOMIA

In altri termini, ciò comporterà la detassazione di tutte le attività produttive, e siccome è facile immaginare che i costi complessivi del servizio non varieranno di molto, si prospetta nel 2021 per tutte le altre categorie, a partire dalle utenze domestiche, un ...

Link utili Decreto legislativo 3 settembre 2020 n. 116 Decreto legislativo. In breve Il decreto sull'economia circolare cancella i poteri comunali sui rifiuti speciali. (Il Sole 24 ORE)

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La ragione principale è riconducibile al fatto che un nuovo decreto esclude le attività industriali dal pagamento dei rifiuti urbani. Come si è arrivati al rincaro. È in arrivo il rincaro della Tari perché, come anticipato, è intervenuta una modifica del decreto che definisce le competenze dei Comuni in materia. (Proiezioni di Borsa)

La Tari è un dilemma al quale neanche le amministrazioni stesse sanno rispondere. La misurazione in peso dei mezzi consentirebbe di avere dei valori approssimativi e non permette di rintracciare le utenze virtuose. (QuiFinanza)

Tari, aumenti nel 2021: il rischio è che si raddoppi la tassa sui rifiuti. Il rischio di un aumento dei prezzi nel 2021 coinvolge la Tari, la tassa sui rifiuti. La responsabilità deriva dal decreto sull’assimilazione dei rifiuti speciali a quelli urbani, che elimina la tassa per le attività produttive. (Money.it)

Il primo comma prevede la privativa sulla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati. 116/2020) stravolge completamente la tariffa rifiuti, eliminando la possibilità per i Comuni di disporre l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani. (Il Sole 24 ORE)

Condizioni per lo sconto Tari. Non basta, chiaramente, la semplice dichiarazione del contribuente circa l’affidamento dell’incarico dello smaltimento a soggetti terzi. Tari ridotta per chi smaltisce i rifiuti. (La Legge per Tutti)

La tassa sui rifiuti è stata letteralmente stravolta dal decreto legislativo che ha recepito e attuato le varie norme europee inerenti all'economia circolare. La prima riguarda la possibilità per le utenze non domestiche che producano rifiuti urbani (industrie escluse) di conferirli fuori dal servizio pubblico. (ilGiornale.it)