COVID-19: la dose di richiamo è utile ai giovani?

oggiurnal SALUTE

Finora è stata condotta solo un’analisi sull’effetto di una dose di richiamo negli adolescenti.

Ma vale la pena dare loro una dose di richiamo come gli adulti?

Israele è il primo paese al mondo a raccomandare una dose di richiamo per tutti gli adolescenti, già nell’agosto 2021.

Anche le persone fragili o con esigenze mediche complesse sono state informate della dose di richiamo

Ma la dose di richiamo è ancora consigliata per gli adolescenti che hanno maggiori probabilità di soffrire di COVID grave. (oggiurnal)

Su altri media

I rischi del fumo. Nel 2019 sono stati censiti nel mondo 1,1 miliardi consumatori di tabacco. Numeri spaventosi, considerando che il fumo rappresenta una delle più importanti cause di malattia e morte prematura (Yahoo Notizie)

Le tipologie di vaccino analizzate sono state differenti, ma per la maggior parte, gli studi erano focalizzati sulla risposta immunitaria al vaccino Pfizer. I fumatori rispondono meno ai vaccini e sono dunque più a rischio. (Il Golfo 24)

Per i fumatori maggiori rischi di morte e terapia intensiva con il covid-19, e minore efficacia dei vaccini. Il fumo di sigaretta ha anche un impatto negativo sulla risposta ai vaccini Anti-Covid. (Prima Biella)

(Adnkronos) - Il fumo ha un impatto negativo sulla risposta ai vaccini anti-Covid. "L’abitudine tabagica - evidenzia il fondatore del CoEhar, Riccardo Polosa - influenza la proliferazione dei linfociti e delle altre cellule del sistema immunitario, indicando risposte immunitarie difettose. (Yahoo Finanza)

E invece siamo di nuovo qui, a sentire che “l’ondata sta finendo grazie ai vaccini” (come se nei Paesi con pochi vaccinati continuasse all’infinito!) Così, seppur in modo più timido rispetto allo scorso autunno, politici e opinionisti più o meno ignoranti in materia scientifica, tornano a sostenere tesi strampalate sul “vaccino che comunque riduce il contagio“. (MeteoWeb)

“Malattia Covid come prima dose di vaccino”. Secondo l’autore principale dello studio, Ronen Arbel, il vaccino fornisce un ulteriore livello di protezione negli ex malati e allunga la durata dell’immunità, ma “se qualcuno ha già avuto l’ infezione, è come se avesse avuto una prima dose di vaccino. (Blitz quotidiano)