Emmanuelle Béart rompe il silenzio: “Io vittima di incesto fra i 10 e i 14 anni”. Il suo racconto nel film presentato a Venezia

Emmanuelle Béart rompe il silenzio: “Io vittima di incesto fra i 10 e i 14 anni”. Il suo racconto nel film presentato a Venezia Nel film-documentario “Un silence si bruyant”, da lei co-diretto, l’attrice ha rivelato il fatto senza però fare il nome dell’aggressore. Insieme alla sua, altre tre storie di incesto Nella nera classifica delle atrocità umane, l’incesto sta in cima perché nell’immaginario comune non c’è niente di più malvagio di un parente che approfitta sessualmente dei piccoli. (Milleunadonna.it)

Su altri media

La drammatica confessione è arrivata con un documentario che ha codiretto. L’attrice francese Emmanuelle Béart ha raccontato di essere stata vittima di incesto dai 10 ai 14 anni. (Fanpage.it)

Béart non ha però rivelato l’identità del responsabile, limitandosi a negare che questa persona fosse suo padre, Guy Béart, venuto a mancare nel 2015. (News – Roba da Donne)

Lo ha rivelato l’attrice francese Emmanuelle Beart nel documentario Such a Resounding Silence che verrà trasmesso sulla tv francese a fine settembre. Beart ha affermato che inizialmente non voleva parlare della sua esperienza, ma solo di altri sopravvissuti all’incesto poi grazie al loro coraggio si è aperta. (Il Fatto Quotidiano)

Beart, che ha vinto un premio César per “Manon delle Sorgenti” del 1986, non nomina il suo presunto molestatore nel documentario, intitolato “Such a Resounding Silence” (“Un silenzio così assordante”), che ha anche co-diretto. (leggo.it)

«Ho 11 anni, è notte, ne sono certa, mi stai strappando al sonno, ho molto freddo, dalla mia bocca non esce nessun grido, ho la bocca cucita». È con queste parole che l’attrice Emmanuelle Béart, oggi 60enne, rivela di essere stata vittima di incesto in un documentario, presentato in anteprima alla stampa, martedì 5 settembre, da M6. (Corriere della Sera)

L'attrice francese ha confessato di aver trovato il coraggio di raccontare l'aneddoto solo grazie al coraggio di altre donne che hanno subito la sua stessa violenza. (Cinematographe.it)