Per la cura dei tumori un paziente su quattro percorre oltre 30 chilometri: pesa la «distanza emotiva»

Corriere della Sera SALUTE

Il problema, ormai, è ben noto. Non solo ai diretti interessati, i malati di cancro e i loro familiari che devono affrontare viaggi e costi di tasca propria per curarsi, ma anche alla comunità scientifica. Tanto che, in Italia e all'estero, sono state condotte diverse indagini per misurare concretamente le dimensioni delle difficoltà ed è stato appurato il peso delle disuguaglianze: un quarto dei pazienti vede intaccato il suo conto in banca e chi è più povero ha meno possibilità di guarire. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre fonti

La media è di 30 chilometri all'andata e 30 al ritorno. Peccato che non si tratta di una gita fuori porta, ma del percorso a cui in Italia è obbligato un qualsiasi paziente ammalato di tumore per raggiungere il luogo di cura. (la Repubblica)

Siamo abituati a parlare dei tumori e delle cure che si possono prestare ai malati, caso per caso, soprattutto sul fronte delle opportunità scientifiche che la scienza sempre più mette a disposizione. Perché una diagnosi di cancro va ad impattare anche economicamente sul malato e sulla famiglia, creando potenziali difficoltà anche sul fronte delle disponibilità finanziarie. (QuiFinanza)

Dati che mostrano “come il 96% dei pazienti abbia sperimentato diverse criticità lungo tutto il percorso di cura, dalla diagnosi ai controlli. (il Fatto Nisseno)

Se accettare una diagnosi di cancro non fosse già abbastanza difficile, a complicare ulteriormente la vita di molti malati in Italia sono anche le distanze, sia quelle fisiche dai luoghi di cura che quelle emotive con la difficoltà di comunicazione con gli operatori sanitari coinvolti. (Sanità24)