La valutazione di mercato di Satispay, l’app per pagamento elettronico nata nel Cuneese, ha superato il miliardo

La Stampa ECONOMIA

Satispay, l’app per pagamento elettronico nata nel Cuneese, è ora un unicorno (termine finanziario che indica le aziende private che hanno raggiunto una valutazione di mercato di oltre 1 miliardo). L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla raccolta di altri 320 milioni di investimenti. Con questo nuovo round, annuncia il co fondatore e ceo Alberto Dalmasso, entra Addition, il fondo americano di Lee Fixel come lead investor. (La Stampa)

Ne parlano anche altre fonti

Il Piemonte festeggia un unicorno: Satispay, l'app dei pagamenti fondata nel 2013 da tre cuneesi ha annunciato ieri l'ultimo round di investimenti da 320 milioni di euro, arrivando così a tagliare il traguardo del miliardo di valutazione. (La Repubblica)

GUARDA IL VIDEO: Come la pandemia ha cambiato l'abitudine di pagamento degli italiani L’italiana Satispay, attiva nel settore dei pagamenti online, è diventata un'azienda unicorno: ma che cosa significa? Una società o start up unicorno è una nuova azienda il cui valore è superiore a 1 miliardo di dollari e che non è quotata in borsa. (Sky Tg24 )

Benny: Satispay è una App famosa che ti permette di pagare nei negozi fisici e online oppure di scambiare soldi con gli amici per le collette, cose del genere. Cos’è un unicorno nel mondo aziendale? (Radio Capital)

Grazie alla nuova raccolta di investimenti di oltre 320 milioni di euro, ora la startup nata in Piemonte entra tra gli unicorni italiani. La società statunitense Addition è infatti entrata nella startup con l’investimento che ha fatto superare a Satispay questo traguardo. (Il Fatto Quotidiano)

Satispay è ora il nuovo unicorno italiano. Con questo nuovo round, annuncia il co fondatore e ceo Alberto Dalmasso, entra Addition, il fondo americano di Lee Fixel come lead investor. (Start Magazine)

Lo è di sicuro per il fondatore e ad di Satispay, l’app che facilita i pagamenti gestiti attraverso lo smartphone che è cresciuta fino a raggiungere il miliardo di euro di valutazione. Forse anche l’essere piemontese, che ha nel suo Dna anche il saper fare impresa, rappresenta un di più quando si tratta di rischiare e di buttarsi. (La Repubblica)