Cina: la vecchia via della seta

ISPI ESTERI

Secondi fini Sempre più Paesi in difficoltà finanziaria si rivolgono a Pechino per ottenere prestiti di salvataggio. Negli ultimi anni pandemia, crisi energetica e alimentare, e aumento dei tassi di interesse hanno costretto i Paesi finanziariamente più fragili a cercare aiuto per evitare il default. Fra i maggiori prestatori di ultima istanza troviamo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), ma il ruolo della Cina è in costante crescita, tanto che nel 2021 i nuovi prestiti cinesi ammontavano a $40 miliardi (contri i $68 miliardi del FMI). (ISPI)

Su altre fonti

(reuters) Dall'Argentina allo Sri Lanka, Pechino ha dovuto garantire 240 miliardi di prestiti tra il 2000 e il 2021 facendo concorrenza al Fondo monetario internazionale (la Repubblica)

Gran parte dei governi aiutati aveva accettato gli aiuti (e gli alti tassi d’interesse) della Belt and Road Initiative (Corriere della Sera)

Cina sotto i riflettori della finanza globale: un nuovo studio afferma che il dragone ha elargito ingenti somme di denaro in prestito ai governi di Asia, Africa ed Europa, aumentando la sua influenza mondiale attraverso il megaprogetto infrastrutturale Belt and Road e diventando uno dei maggiori creditori del mondo. (Money.it)