Ilaria Salis non andrà agli arresti domiciliari e resterà in carcere a Budapest: la reazione del padre in aula

Virgilio Notizie INTERNO

Negati gli arresti domiciliari a Ilaria Salis. La 39enne, a processo a Budapest dopo l’accusa di aggressione a due esponenti di estrema destra, resterà in carcere in Ungheria, dove è confinata da 13 mesi. Il giudice Jozsef Sós ha respinto la richiesta dei suoi avvocati perché “le circostanze non sono cambiate” ed “esiste sempre il pericolo di fuga“. Roberto Salis, il padre di Ilaria, è uscito dall’aula subito dopo. (Virgilio Notizie)

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"I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza": è quanto ha detto Roberto Salis, il padre di Ilaria, a cui oggi sono stati negati i domiciliari in Ungheria (Sky Tg24 )

Se in Ungheria questa mattina è arrivato il verdetto della corte ungherese che chiude le porte ai domiciliari per Ilaria Salis, dalle nostre parti la corte d’Appello di Milano - giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera - hanno negato la consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi colpito da mandato di arresto europeo (emesso ad ottobre ed eseguito lo scorso 21 novembre) perché accusato di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell’11 febbraio 2023, insieme alla connazionale Ilaria Salis, che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese. (Liberoquotidiano.it)

Il fumettista era nel gruppo di amici, politici e sostenitori minacciati e insultati dagli estremisti di destra. “All’inizio pensavo fossero guardie, poi ho visto i vari simboli nazisti”. (Il Fatto Quotidiano)

(Adnkronos) – (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Il ventitreenne è accusato di aver partecipato con Ilaria Salis agli scontri del 10 febbraio 2023 a Budapest e di aver aggredito tre neonazisti durante le celebrazioni del giorno dell’onore, che ricorda la memoria dei soldati nazisti che, nel 1945, tentarono di rompere l’assedio dell’Armata Rossa e vennero uccisi in battaglia. (La Stampa)

Dopo essere stata portata ancora una volta in Aula catene ai polsi, alle caviglie e guinzaglio, oggi i giudici ungheresi hanno deciso anche di negarle gli arresti domiciliari. Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito. (Il Messaggero Veneto)