Cosa ci racconta la morte di Al Zawahiri: la scelta del nascondiglio e il lavoro dell’intelligence Usa

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Bin Laden aveva compiuto una scelta analoga: il famoso compound ad Abbottabad, la cittadina pachistana sede di un’accademia militare.

È accaduto con Osama, con il Califfo al Baghdadi e ora con al Zawahiri.

Al Zawahiri è stato un ideologo importante, ha avuto un ruolo nell’espansione del jihadismo, per anni è stato un numero due di grande peso.

Ad Obama fu mostrato un plastico perfetto della palazzina in Pakistan, una ricostruzione precisa in scala per un’operazione molto rischiosa. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre testate

Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, ritiene che gli americani potrebbero essere stati imbeccati pure da Islamabad, in rotta di collisione con i taleban Prima di aprile, le ali della Cia potrebbero aver ascoltato conversazioni telefoniche riservate fra membri di al-Qaeda disattenti alla sicurezza e vicini al leader, carpendo informazioni preziose. (Avvenire)

America-Cina Il Punto | La newsletter del Corriere della Sera Martedì 2 agosto 2022. Ayman e Osama, la coppia del terrore di MICHELE FARINA. Ci sono figure che restano nella mente sotto decenni di polvere e clandestinità. (Corriere della Sera)

Un lavoro che i servizi segreti statunitensi hanno definito "attento, paziente e persistente" e che non si è mai fermato dal 2011, anno in cui fu ucciso il fondatore di Al Qaeda, Osama bin Laden. Il 1° luglio, Biden è stato informato su un'operazione proposta nella Situation Room della Casa Bianca da membri del suo gabinetto, incluso il direttore della CIA William Burn. (Fanpage.it)

Non è stato così e Biden lo ha rivendicato davanti all’opinione pubblica mondiale, raccontando di un blitz pianificato da sei mesi. In questa fase sono venuti alla luce con chiarezza i punti di forza e le fragilità della politica estera condotta dall’Amministrazione Biden. (Corriere della Sera)

È accaduto con Osama, con il Califfo al-Baghdadi e ora con Ayman al-Zawahiri ucciso da un drone Usa a Kabul alle 6.18 di domenica. Il personaggio Al Zawahiri è stato un ideologo importante, per anni è stato un numero due di grande peso spingendo per la linea internazionalista del jihadismo. (Corriere della Sera)

Invece, stranamente, né attorno alla finestra, né sulle strutture pencolanti si intravede la benché minima traccia di sangue. Detto questo, l’eliminazione del leader del Terrore avrebbe dovuto essere accolta con esultanza dal mondo, invece ha suscitato qualche annoiato commento. (Piccole Note)